Bobba: «Il governo definisca i criteri per il deposito unico nucleare»
«Il Governo deve porre in atto tutte le azioni di propria competenza, per garantire il completamento della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi nel nostro Paese, prevedendo anche la promozione di attività di ricerca su forme avanzate di trattamento delle scorie ad alta radiotossicità, nonché procedere al completamento, in tempi certi, del processo di smantellamento degli impianti nucleari che hanno operato nel Paese»: questa la richiesta avanzata in una mozione presentata dall’on. Luigi Bobba (Pd) insieme ai colleghi di partito Gianluca Benamati ed Enrico Borghi.
«I rifiuti radioattivi prodotti in Italia e in attesa di essere smaltiti ammontano a circa 30 mila metri cubi, ai quali andranno a sommarsi nei prossimi 20 anni un quantitativo analogo proveniente prevalentemente dal programma di smantellamento delle vecchie centrali. Questi rifiuti, stoccati in una ventina di depositi temporanei in circa dieci Regioni, tra cui quello di Saluggia nel Vercellese, sono per la maggior parte di II° categoria (per decadere necessitano di alcuni secoli). Si pone per questo con urgenza il problema del loro smaltimento definitivo, anche per completare il programma di decommissioning delle centrali chiuse a seguito del referendum del 1987. I rifiuti di 3ª categoria (che richiedono migliaia di anni per decadere) ammontano, tra quelli già prodotti e quelli di cui è previsto il rientro dall’estero, a circa 10.000 metri cubi. Per tali rifiuti c’è l’urgenza di immagazzinarli in un deposito centralizzato a lungo termine. La Sogin è il soggetto incaricato di portare a termine il piano di smantellamento degli impianti nucleari obsoleti e fuori servizio e il deposito unico nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi di II° categoria e il deposito temporaneo a lungo termine per quelli di III° categoria. A oggi non è stato ancora individuato il sito destinato ad ospitare tali depositi, né è stato predisposto il ‘quadro nazionale’ (legislativo, regolamentare e organizzativo) per la gestione dei rifiuti nucleari, così come ci impongono le normative europee. Dal momento che esistono diversi luoghi e situazioni nel Paese in cui stoccaggi temporanei di rifiuti radioattivi (in specie ove caratterizzati da elevata radiotossicità) potrebbero destare preoccupazioni relativamente agli effetti sulla pubblica salute di eventuali danni conseguenti ad eventi calamitosi in condizioni particolarmente avverse, o perdite di radioattività – ed è il caso di Saluggia, sito già da tempo definito non idoneo – è evidente che l’Italia non può più perdere tempo e il Governo deve procedere a fissare i criteri per l’individuazione del deposito unico, mettendo così in sicurezza i rifiuti nucleari presenti in Italia”.