Il “cofanetto di smalti” del Leone dopo Parigi in prestito a Torino
Nuova trasferta per il prezioso Cofanetto in smalti del XIII secolo, gioiello medievale dell’oreficeria limosina, tra i più preziosi manufatti delle collezioni del Museo Leone. Dopo essere stato tra i protagonisti della mostra “Les émaux de Limoges à décor profane. Autour des collections du cardinal Guala Bicchieri”, appena conclusasi a Parigi presso il Musée de Cluny – Musée National du Moyen Âge, il cofanetto del Leone sarà esposto, da venerdì 10 novembre e fino al 6 febbraio del prossimo anno, a Torino nelle sale di Palazzo Madama, nel corso della mostra “Lo scrigno del Cardinale. Guala Bicchieri collezionista di arte gotica tra Vercelli, Limoges, Parigi e Londra”, che costituisce l’ideale prosecuzione della mostra parigina. Anche questa volta sarà fianco a fianco del suo “fratello maggiore”, il celebre cofano appartenente al tesoro del cardinale Guala Bicchieri ritrovata all’inizio dell’Ottocento da Carlo Emanuele Mella durante i lavori di restauro del S. Andrea e oggi custodito al Museo Civico d’Arte Antica di Torino.
Il cofanetto del Museo Leone, anch’esso probabilmente appartenuto a Guala Bicchieri, restaurato da Sante Guido di Roma alla fine degli anni Novanta grazie alla generosità del Rotary club S. Andrea di Vercelli, è oggi tra i pezzi più ammirati di Palazzo Langosco. Il notaio Leone lo aveva acquistato nel 1883 dall’antiquario milanese Emanuele Subert, dopo una trattativa estenuante dovuta ad un prezzo quasi inarrivabile anche per un facoltoso personaggio quale lui era. Tuttavia, il perché di un acquisto tanto oneroso resta un mistero. Il pregio dell’oggetto è innegabile ma forse ad attirare Leone fu proprio l’impressione che il cofanetto potesse appartenere al tesoro del cardinale Bicchieri, vista la somiglianza con la cassetta ornata da medaglioni smaltati ora custodita a Torino. Nel corso della mostra a Palazzo Madama saranno esposti anche tre disegni provenienti dall’archivio dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli, raffiguranti la basilica di S. Andrea che Carlo Emanuele Arborio Mella realizzò negli anni Trenta dell’Ottocento in occasione del restauro.