Conclusa l’indagine sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea

Contestati affari milionari (e illeciti) tra la Sicilia e una spa con sede nel Vercellese

Il comando provinciale della Gdf

«Si è  conclusa l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vercelli sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina, con la richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio aggravato degli indagati per aver posto in essere, in concorso tra loro, in qualità di amministratori di una spa siciliana, condotte finalizzate alla sottoscrizione di un contratto di smaltimento di percolato ed al mantenimento dell’efficacia del medesimo affidamento, a favore di una società per azioni con sede in provincia di Vercelli, senza far ricorso ad una gara d’appalto pubblica, come imponeva lo status della società pubblica siciliana». Questo quanto riferisce, in un comunicato stampa, il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Vercelli.

«Il comportamento contestato – proseguono le Fiamme Gialle – procurava un ingente vantaggio patrimoniale all’impresa vercellese pari a 1 milione e 455 mila euro (cifra risultante dalla differenza tra il costo sostenuto dall’impresa per il servizio di smaltimento del percolato prodotto dalla discarica e quanto incassato dalla medesima nei confronti della multi utility siciliana).

Al termine degli accertamenti di polizia giudiziaria, in applicazione del D.L. n. 16/2012 – convertito con modi­ficazioni dalla L. n. 44/2012 (il c.d. “decreto semplificazioni”) è stata avviata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vercelli un’attività ispettiva nei confronti dell’azienda piemontese cui veniva contestata l’indeducibilità dei costi direttamente sostenuti dalla medesima per la realizzazione del reato di abuso d’ufficio aggravato, pari a 4,5 milioni di euro.

Il decreto semplificazioni fiscali del 2012 prevede, infatti, che l’Amministrazione Finanziaria possa contestare le spese relative alla commissione di un reato a condizione che il Pubblico Ministero abbia esercitato l’azione penale. In tal modo, il legislatore ha inteso quindi subordinare la contestazione dell’indeducibilità di costi e spese al preventivo esercizio dell’azione penale, al fine di garantire che l’attività di controllo fiscale abbia luogo sulla base di presupposti qualificati dal vaglio preventivo degli organi giudiziari».