A Vercelli si discute di sanità. A Torino si decide
Mentre a Vercelli si discute a Torino si va avanti nell’iter di approvazione del Piano sanitario regionale. Lunedì, infatti, la giunta Cota ha varato il piano e dato avvio ai vari passaggi in commissione e in consiglio per tradurre il documento in legge.
Sul futuro della sanità e in particolare degli ospedali vercellesi si è svolto giovedì sera, come previsto, il dibattito in Camera di commercio organizzato dall’Ordine provinciale dei medici. Moderati dal presidente dell’ordine, Pier Giorgio Fossale, sono intervenuti l’assessore regionale alla sanità Paolo Monferino e il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Claudio Zanon.
Monferino ha chiarito che il piano di rientro dal deficit sanitario è uno strumento imposto dal governo che ha intimato a tutte le Regioni di equilibrare i propri conti in materia sanitaria pena il commissariamento. Tale processo nulla ha a che vedere con la riforma che la giunta Cota sta portando avanti e che «ha come obiettivo l’incremento dell’efficienza e della funzionalità del sistema piemontese».
Sotto questo profilo Zanon ha confermato l’impostazione già più volte espressa di dividere la sanità territoriale in Aso e Asl. Inoltre è stato ribadito che gli ospedali saranno divisi in tre fasce: quella dell’eccellenza, una seconda fascia intermedia e una terza fascia di ospedali di prossimità. Il S. Andrea rientrerà tra gli ospedali di seconda fascia e l’ospedale di Borgosesia tra quelli di prossimità.
Zanon ha auspicato una maggiore integrazione tra S. Andrea e ospedale Maggiore di Novara che potrebbe dare luogo a processi virtuosi di redistribuzione dell’attività e delle specialità.
(Altri particolari sulla vicenda sul Corriere eusebiano in edicola da venerdì 28 ottobre)