Bloccata la banda che estorceva denaro agli anziani
Nella mattinata del 28 settembre la Polizia di Stato di Vercelli ha eseguito 5 misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla P.G. e del divieto di avvicinamento nei confronti di 5 individui che da mesi tormentavano due anziani vercellesi per farsi consegnare ingenti somme di denaro.
Nel corso di una conferenza stampa in questura sono stati forniti i particolari dell’operazione: l’attività d’indagine è iniziata a metà luglio, quando veniva girata in Questura, dal Comando Polizia locale di Vercelli, una mail, a loro inviata, nella quale un cittadino vercellese segnalava una presunta estorsione in danno di una persona anziana, 89enne, residente nel suo palazzo.
Appresa tale notizia, personale della Quarta sezione della Squadra Mobile, al fine di acquisire ulteriori elementi investigativi, procedeva a sentire l’estensore della mail, il quale forniva precise indicazioni in merito, riferendo altresì che altri condomini dello stabile erano al corrente della situazione incresciosa in cui versava la vittima. Pertanto, venivano sentiti anche gli altri condomini, i quali aggiungevano ulteriori particolari importanti; infatti, grazie alle dichiarazioni dei cittadini è stato possibile identificare da subito, due dei componenti del sodalizio criminoso dedito a perpetrare tale presunto reato in danno della vittima, ovvero Gerardina Greco, classe 83, nata a Battipaglia (SA), residente a Vercelli, e Costanzo Greco, classe 89, nato e residente a Vercelli.
Acquista la “notizia criminis”, veniva informata la locale Procura presso il Tribunale di Vercelli, nella persona del Sostituto Procuratore, dott. Davide Pretti, che diveniva così il titolare dell’indagine.
Grazie all’incessante attività investigativa protrattasi per circa due mesi, a specifici servizi di osservazione nei pressi dell’indirizzo monitorato e, all’ausilio di presidi tecnologici, emergeva che a porre in essere la condotta criminale erano anche Cosimo Greco, classe 87, nato e residente a Vercelli, Giuseppe Greco, classe 85, nato e residente a Vercelli (tutti i Greco sono tra loro fratelli) e Fiore Bevilaqua, classe 81, nato e residente a Vercelli, imparentato anch’egli con la famiglia Greco.
Inoltre, durante il periodo monitorato, gli operatori hanno avuto modo di constatare che gli indagati si recavano quotidianamente sotto l’abitazione del povero anziano, per ottenere del denaro; alcuni giorni i malviventi erano tornati più volte in modo da trovare la vittima, non sempre presente a casa.
Ma ciò che di più rilevante emergeva dall’attività investigativa, è che gli indagati ponevano la loro condotta criminale anche nei confronti di un’altra vittima; si tratta di un parroco, 74enne, di questa Provincia.
Alla luce di tutti gli elementi probatori sopra evidenziati, si convocavano in Questura i due malcapitati, così da dimostrare la vicinanza della Polizia di Stato in un momento così difficile e delicato, stimolandoli a rappresentare quanto stava accadendo. Difatti, le vittime, tranquillizzate e poste di fronte all’evidenza dei fatti, denunciavano di essere succubi di un sodalizio criminoso, composto dalle stesse persone, che con artifizi, raggiri ed a volte anche minacce, si facevano consegnare da loro somme di denaro di diverso ammontare.
Tutti i soggetti sopra evidenziati, venivano citati e riconosciuti dalle vittime, come coloro che da diverso tempo li vessavano con continue telefonate in diverse ore della giornata, con visite improvvise presso le loro abitazioni, insistenti richieste di denaro con le motivazioni più varie.
Quanto sopra, sottolinea la personalità criminale particolarmente spiccata dei rei che, approfittando dell’anzianità delle persone offese, carpendo la loro buona fede, li convincevano con artifizi e raggiri ed a volte anche con minacce, a consegnare il denaro che, a tutt’oggi, raggiunge cifre significative di esborso sia per la prima (circa 12.000 euro) che per la seconda vittima (circa 1.500 euro).
In più, entrambe le vittime hanno dichiarato il loro stato di stress e paura, dovuto alla presenza continua dei rei sotto la loro abitazione, alla loro pressione psicologica nel pretendere continuamente denaro, alle telefonate ricevute ad ogni ora del giorno e della notte, che perdurano da diverso tempo.
Tutto ciò ha condotto le due anziane persone ad uno stato di disagio fisico e psicologico, che gli pregiudica ancora oggi in modo negativo la vita quotidiana; i poveri malcapitati, infatti, non riescono più a riposare come si confà ad una persona anziana, si guardano continuamente intorno quando escono di casa con la speranza di non incontrare i delinquenti sotto l’abitazione ed infine hanno dovuto disattivare il telefono di casa per non ricevere telefonate.
Pertanto, alla luce degli elementi probatori raccolti, venivano richieste e ottenute dal GIP presso il Tribunale di Vercelli le misure cautelari personali.
Tutta l’attività di polizia giudiziaria, ha visto anche un valido ausilio dalla locale Polizia Scientifica.
I soggetti indagati sono chiamati a rispondere dei reati ex artt. 629 (“estorsione”) e 612bis (“atti persecutori”) del C.P; non potranno più avvicinarsi alle vittime, in particolare presso la loro abitazione, e non potranno più comunicare in alcun modo con loro, né in forma scritta, né via telefono, né via internet o per interposta persona; infine dovranno recarsi quotidianamente in Questura per apporre la propria firma.