Coldiretti Piemonte: partita la vendemmia con prospettive di ottima annata
E’ partita la vendemmia in Piemonte con qualche giorno di ritardo rispetto allo scorso anno e con prospettive di qualità verso l’ottimo poiché le grandinate di luglio sono state comunque circoscritte territorialmente.
Dopo il Ferragosto è iniziata la raccolta delle uve da spumante, è in corso la raccolta dell’Alta Langa e si prosegue con i primi giorni di settembre con il Moscato e lo Chardonnay, da metà settembre Arneis, Erbaluce, Gavi, Timorasso e Dolcetto per arrivare al Barbera a fine settembre ed, infine, chiudere con i Nebbioli da fine settembre ad inizio ottobre. La quantità è nella media, con un calo rispetto allo scorso anno del 15-20% e gli effetti della gelata di aprile sono riscontrabili soprattutto nelle zone di fondovalle.
A livello nazionale si prevede un quantitativo compreso tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. Nonostante il calo a livello nazionale, l’Italia quest’anno è il primo produttore mondiale di vino mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna che hanno subito un contenimento dei raccolti, anche se più marcato per i cugini d’Oltralpe.
“Auspichiamo che il clima possa portare delle piogge regolari nei prossimi giorni per evitare carenze idriche, soprattutto, nei terreni più sabbiosi – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -, anche perché il forte caldo può far scottare i grappoli. Sul lato consumi, ci sono buone prospettive di ripresa con le riaperture delle attività ristorative e dell’export anche perché il vino piemontese, proprio per le sue elevate qualità, é particolarmente richiesto in Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna. Con la vendemmia si attiva, oltretutto, un sistema che impiega almeno 42 mila addetti in Piemonte offrendo opportunità di lavoro direttamente in vigna, in cantina e nella distribuzione commerciale.Il vitivinicolo piemontese conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata ed attrae tanti giovani imprenditori che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – concludono Moncalvo e Rivarossa – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing ed il rapporto sempre più direttore con i consumatori”.