Embargo: 12mila pesche piemontesi bloccate alla frontiera con la Russia

Prime pesanti conseguenze dello scontro doganale causato dal conflitto in Ucraina. Ferrero: «La Ue intervenga subito a sostegno dei nostri coltivatori»

Gli effetti dell’embargo imposto dalla Russia ai prodotti agroalimentari italiani hanno iniziato a farsi sentire anche in Piemonte con il blocco delle esportazioni di frutta.La scorsa notte notte, dodicimila quintali di pesche caricate su una sessantina di camion frigo, partite dai magazzini piemontesi, sono stati respinti alle frontiere e in questo momento sono tornati al mittente.«Il blocco dei 12 mila quintali di pesche piemontesi alla frontiera russa – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero –  rappresenta l’ultimo pesante colpo, anche per ciò che prefigura, su una produzione già messa in ginocchio dall’andamento climatico e dalla crisi di mercato. Già lo scorso 14 luglio ho scritto al ministro Martina, chiedendo il suo intervento presso l’Unione Europea perché assumesse interventi straordinari. Cosa che il ministro ha fatto con grande tempestività. Abbiamo monitorato continuamente la situazione del settore, anche nel corso dei numerosi incontri avvenuti in queste settimane in Piemonte con le associazioni agricole e le organizzazioni dei produttori. L’assessorato sta attivando il percorso per la richiesta di stato di calamità naturale e per la creazione di uno strumento finanziario di supporto. A questo punto l’intervento dell’Unione Europea non è più rinviabile. Mi sto muovendo con il governo perché la situazione dei produttori piemontesi venga nuovamente rappresentata a Bruxelles, in modo che si adottino i necessari provvedimenti».