Gallo: «Nessuna “fuga” dal reparto di Oncoematologia»

Il direttore generale dell’Asl Vc interviene con un lungo comunicato sul “caso” del dottor Santagostino

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato della direzione generale dell’Asl Vc: «Nelle settimane scorse sono comparsi su alcuni giornali locali, articoli i cui toni parevano ingenerare dubbi sulle professionalità operanti presso la struttura di Oncoematologia tanto da indurre i pazienti a quella che è stata definita una “fuga” dal reparto. Preme sottolineare, invece, quanto segue, proprio per rassicurare i cittadini, cosa assai importante, sul servizio e la sua qualità.

Quattro mesi fa, in base al principio della cosiddetta “turnazione” (ex. D.Lgs. 165/2001 e s.m.i) il Dr. Santagostino è stato oggetto di rotazione nell’incarico con il Dr. Manachino, invertendo gli incarichi di Responsabile rispettivamente della SSVD Oncoematologia e SSVD CAS.

Nel corso di questi quattro mesi i giornali cittadini hanno portato sistematicamente l’attenzione su questa vicenda, ingenerando panico e diffidenza verso l’operato dell’ASL, sfruttando in varia misura la voce dei pazienti attuali e del passato del Dr. Santagostino e portando l’attenzione sulla raccolta di firme a favore del reintegro dello stesso, operata in vari punti del territorio dell’ASL . Attualmente tale raccolta sarebbe arrivata a quota 5.000.

Che il Dr. Santagostino abbia un alto numero di pazienti a lui affezionati è legittimo e comprensibile. Del resto il lavoro di ogni medico poggia, oltre che sulle capacità professionali, sull’importante ruolo del legame di fiducia che si crea tra medico e paziente, situazione dimostrabile per la grande maggioranza dei medici della nostra ASL come dell’intero universo sanitario. Proprio sulla base di questo importante e giustificato aspetto, al Dr. Santagostino nessuno può vietare di seguire, come effettivamente sta avvenendo, i suoi più affezionati pazienti.

Tuttavia la scelta del Dr. Manachino, non è stata una scelta né di ripiego né, tanto meno, immotivata. Il Dr. Manachino, specialista in Medicina Interna a Torino e in Ematologia a Pavia, ha esperienza clinica trentennale e fin dal 1987, nell’allora Divisione di Medicina Generale ha aperto il primo ambulatorio di Ematologia. Quando poi, con la nascita della struttura di Ematologia, l’incarico di Responsabile è stato conferito al Dr. Santagostino, molti pazienti hanno scelto di continuare a essere seguiti dal Dr. Manachino, sempre in virtù della fiducia medico-paziente di cui si accennava precedentemente.

Il Dr. Manachino, infatti, ha dedicato tutta la sua vita professionale all’attività ospedaliera, scegliendo di non fare attività libero professionale intramoenia, per permettere all’elevato numero di pazienti di trovarlo tutti ugualmente disponibile all’interno della struttura.

Nonostante in questo ultimo periodo dei quattro medici dell’Ematologia, una si sia trasferita vicino a casa e l’altra sia in maternità, l’attività del reparto e dell’ambulatorio non ha subito flessioni. Dai primi di ottobre ad oggi ci sono stati 15 pazienti che hanno iniziato nuove terapie in regime di ricovero e 161 nuovi pazienti ambulatoriali ed un totale di visite ambulatoriali eseguite di 2.442, escludendo l’attività di Borgosesia che continua ad essere svolta con regolarità settimanale. Il tempo di attesa per le prime visite a Vercelli è di poche settimane (fine di gennaio) mentre per Borgosesia il primo posto disponibile, a oggi, è il 13 febbraio.

Altro importante dato a dimostrazione della qualità del reparto è legato all’accreditamento della struttura: nel mese di dicembre il reparto di Oncoematologia è stato certificato per l’accreditamento UNI ISO 9001:2008. Un sentito grazie va alla collaborazione tra la AIL che ha finanziato il percorso di accreditamento, la S.C. Qualità dell’ASL che è stata in grado di portare a compimento l’enorme mole di documentazione richiesta da tale procedura in collaborazione col Dr. Manachino, i colleghi medici, la caposala e il personale infermieristico che hanno rivisto e corretto gli errori di inadeguatezza, non certo “marginali”, come definiti dai media, prodotti dalla precedente dirigenza.

Non trova fondamento alcuno il cosiddetto “oscuro fenomeno dell’AGEISM”, ovvero la cura negata ai pazienti con più di 70 anni. I pazienti, a Vercelli come in qualsiasi altra realtà ematologica, vengono tutti egualmente seguiti e curati con le terapie più appropriate in accordo con le linee guide nazionali e internazionali. Non esiste medico che si possa sottrarre alle sue responsabilità deontologiche. Oggi non è la fantasia di un singolo medico, ma è la collaborazione con le realtà ematologiche del territorio che permette di raggiungere i migliori risultati anche nelle patologie più difficili. Accanto a pazienti in condizioni di salute buone, in grado di affrontare qualunque terapia, ve ne sono altri con “performance status” scarso che vanno studiati e trattati in maniera personalizzata e sorvegliati nel tempo con costanza e pazienza. Questo non vale solo per gli over 70, ed è qui che emerge la preparazione internistica del medico in grado di identificare i pazienti candidabili a una terapia piuttosto che a un’altra dando ruolo alla definizione del rischio che valuta i pro e i contro in ogni opzione terapeutica in base alle condizioni cliniche di partenza del singolo malato.

In conclusione, come il giudice del lavoro ha sottolineato, e già riportato dai media, non essendo stata rilevata alcuna irregolarità, tutto rimane invariato sotto il profilo organizzativo».