«I 118 di Santhià e Borgosesia resteranno senza infermieri»

Sindacati all’attacco: «Da settembre presidi sguarniti nei turni di notte. Colpa dell’accorpamento di quadrante»

A distanza di pochi mesi dalla riorganizzazione del Servizio 118 – che ha determinato l’accorpamento sotto l’ Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara delle postazioni delle ASL di Vercelli/Biella/VCO/Novara e il trasferimento dei relativi operatori – i nodi vengono al pettine. Dal prossimo giugno e fino alla fine di settembre, infatti, alcune postazioni del Servizio di Emergenza Territoriale del 118 di Santhià (che copre un vasto territorio e un tratto autostradale di intenso traffico) e Borgosesia (zona montana e turistica) resteranno senza infermieri durante il servizio notturno, contravvenendo peraltro all’intesa tra Stato e Regioni che prevede la presenza di infermieri negli equipaggi delle ambulanze che prestano soccorso di emergenza.

Cgil, Cisl e Uil, attraverso i sindacati di categoria «Hanno espresso – fin dalla prima delibera regionale di riordino del Servizio 118 – una netta contrarietà alle indicazioni di riorganizzazione previste dal Piano sanitario. Una contrarietà manifestata in ogni occasione di confronto: al Tavolo regionale e aziendale, nelle assemblee, nelle piazze. Le ragioni portate avanti dai lavoratori e dal sindacato sono però state riconosciute valide – dalle varie Istituzioni – soltanto nell’informalità, rimanendo disattese negli atti formali degli stessi interlocutori.

Oggi tutto quanto denunciato diventa realtà, a partire dalla carenza degli organici e dalla sottostimata necessità di personale. L’assegnazione di soli 5 infermieri per postazione di Soccorso – peraltro a rotazione e a copertura di distanze chilometriche oltre i limiti previsti dal contratto, la nuova geografia bizzarra delle sedi sanitarie che vede la sede di Santhià dentro l’area di Novara-Arona-Galliate e le asimmetrie tra organizzazione infermieristica e medica – sono solo alcune delle ultime aberrazioni di una ‘pseudo’ riorganizzazione sulla quale dovrebbe reggersi la rete ospedaliera locale.

Ma un riassetto della rete ospedaliera necessita di un buon servizio di emergenza – urgenza e una capillare presenza di servizi territoriali. Per questo Cgil, Cisl e Uil sostengono da tempo che la riorganizzazione del 118, così come è stata attuata, sia inadeguata e che la riorganizzazione del territorio debba necessariamente anticipare il riordino ospedaliero».