Inquinamento delle acque: diminuiscono i nitrati, aumentano i fitofarmaci

In Piemonte, secondo l’Ispra, il 90% delle acque superficiali risulta contaminato da glifosate o da altri derivati di questo pesticida

C’è una notizia buona: in Europa l’inquinamento da nitrati nelle acque diminuisce, ma non tutti i Paesi viaggiano alla stessa velocità. Il rapporto della Commissione Ue sull’applicazione della direttiva nitrati, pubblicato il 4 maggio scorso https://bit.ly/2GzBqzdriferito al periodo 2012-2015 indica una situazione in miglioramento ma eterogenea. L’Italia, rispetto al precedente periodo 2008-2011 migliora, nonostante nel periodo di riferimento il numero delle vacche da latte sia aumentato del 13,9%. Malta è maglia nera, mentre i più virtuosi sono Svezia e Irlanda. La concentrazione degli allevamenti è la causa principale dell’eccesso di nutrienti disperso nelle acque: le densità massime sono state registrate nei Paesi Bassi (3,57 Uba – unità di bestiame adulto – per ettaro), a Malta (2,99) e in Belgio (2,68), mentre  quelle minime si rilevano in Bulgaria (0,21), Lettonia (0,26) e Lituania (0,29). La Commissione invita gli Stati membri a vigilare e a monitorare attentamente la situazione, rilevando che “programmi d’azione che consentano un approccio più flessibile a livello di azienda agricola possono accrescere la titolarità e l’impegno degli agricoltori. Tale approccio– aggiunge la Commissione – può tuttavia produrre risultati solo se affiancato da chiari obiettivi e traguardi ambientali insieme a efficaci strumenti di consulenza e sostegno agli agricoltori nella selezione e attuazione di misure idonee, meccanismi di attuazione più rigidi e un’accurata pianificazione della gestione dei nutrienti”.

C’è una notizia meno buona: in Italia nel 67% delle acque superficiali, tra fiumi, laghi e torrenti, si registra la presenza di fitofarmaci. In Piemonte i test risultano positivi addirittura nel 90% dei casi. Per quanto riguarda le acque sotterranee la presenza di agrofarmaci è molto elevata in Friuli (81%), Piemonte (66%) e Sicilia (60%). Il principale accusato sul banco degli imputati è il glifosate e il suo metabolita AMPA, seguito da metolaclor e il metabolita metolaclor-esa e quinclorac. Lo rileva l’Ispra nel rapporto 2018 sui pesticidi nelle acque, che prende in esame il periodo 2015-2016.

http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acque-dati-2015-2016.-edizione-2018

Nel 2016 il glifosate è presente nel 47,4% dei 458 punti di campionamento delle acque superficiali (39% del 2014), con un superamento dei limiti di legge nel 24,5% dei casi. Non si tratta di creare allarmismi, ma occorre prendere atto che la situazione è delicata e che è necessario intervenire sviluppando ricerca e sperimentazione, adottando buone pratiche – a partire da una maggior attenzione all’uso degli agrofarmaci nel rispetto del Piano di azione nazionale – per ridurre i fenomeni di contaminazione delle acque.