La Gdf di Vercelli smaschera maxi truffa fiscale: 7 arresti

L’operazione “Carlos” è stata coordinata dalla Procura vercellese. Perquisizioni e accertamenti in decine di aziende e abitazioni in tutta Italia

“Operazione Carlos”: così è stata chiamata l’attività investigativa eseguita su tutto il territorio nazionale dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Vercelli, coordinata dal procuratore della Repubblica di Vercelli Paolo Tamponi e dal sostituto Pier Luigi Pianta, che ha coinvolto 40 indagati, oltre 50 aziende sparse su tutto il territorio nazionale e che ha portato all’arresto di 7 persone per associazione a delinquere finalizzata all’emissione, all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, all’evasione dell’IVA ed al riciclaggio nonché alla scoperta di una frode fiscale internazionale che, al momento, supera i 100 milioni di euro, ed al sequestro di decine di società, immobili, autovetture per un controvalore di 15 milioni di euro. 

Le indagini, iniziate nel mese di gennaio, a seguito di approfondimenti di operazioni bancarie sospette nei confronti alcune aziende vercellesi, operanti nel settore della lavorazione e commercio di carta e cartoni, “Org di Clerici Pietro e Paolo snc” e “Org srl” entrambe di Crescentino, si sono concentrate su personaggi sospettati di far parte, a vario titolo, di un’organizzazione criminale che ha realizzato, negli ultimi 5 anni, un intricato artifizio documentale al fine di evadere le imposte attraverso l’emissione e l’utilizzazione di fatture false, l’interposizione tra aziende italiane cedenti ed acquirenti, società estere comunitarie e cartiere nazionali, beneficiando illecitamente del particolare regime di non imponibilità vigente in ambito intracomunitario.

Il meccanismo di frode consisteva nel fatto che sia la “Org snc” che la “Org Srl” acquistavano, solo cartolarmente, la merce da numerose aziende italiane in esenzione di Iva, poiché rilasciavano ai fornitori delle dichiarazioni d’intento che attestavano che la “merce” sarebbe stata esportata all’estero. Il passaggio sempre “cartolare” della merce, che in realtà non veniva esportata, verso le aziende estere, ubicate in Slovenia e Romania e riconducibili al capo dell’organizzazione, avveniva con la connivenza di alcune ditte di trasporto e del commercialista compiacente, che a loro volta producevano tutto il carteggio fiscale e doganale per attestare i fittizi trasporti ed i successivi pagamenti. La merce, sempre fittiziamente in quanto non esisteva, rientrava nel territorio italiano diretto ad aziende “evasori totali” in esenzione di Iva e da queste venduta, con Iva, alle aziende vercellesi che a questo punto vantavano un illecito credito d’imposta verso l’Erario.

E così all’alba di mercoledì 6 giugno, 30 finanzieri del comando provinciale di Vercelli e 120 colleghi dei reparti di numerose regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia e Sicilia) hanno eseguito 40 perquisizioni, tra aziende ed abitazioni, e notificato i decreti della custodia cautelare in carcere a Carlo Riefoli (imprenditore) residente a Milano, e della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Paola Vincenzina Romastin, Gianpaolo e Roberta Guarnieri (commercialisti) residenti ad Abbiategrasso (MI), Antoin Pascal Oggianu (autotrasportatore) residente a Trofarello (TO), Dario e Dino Signor(imprenditori) residenti nel trevigiano, emessi dal Gip del Tribunale di Vercelli, Potito Giorgio.

L’unico al momento sfuggito alla cattura perché si trovava all’estero è un imprenditore residente nel bresciano, “braccio operativo” del Riefoli in Romania. Lo stesso è attivamente ricercato da tutte le forze dell’ordine.

Le investigazioni, tuttora in corso da parte delle fiamme gialle vercellesi, hanno consentito di accertare che il “Carlos”, vero dominus dell’organizzazione criminale, che si avvaleva della complicità di professionisti milanesi, imprenditori, ditte di autotrasporto, soggetti esteri residenti in Romania e Slovenia, avrebbe accumulato illecite ricchezze per diversi milioni di euro, investiti nell’acquisto di opere d’arte, auto di lusso, appartamenti all’estero nonché attraverso la rilevante disponibilità di denaro su numerosissimi conti correnti accesi presso istituti di credito in Italia ed all’estero.

Il Riefoli disporrebbe, altresì, di un cospicuo patrimonio immobiliare in Italia intestato a prestanomi. Il denaro accumulato illecitamente sarebbe stato poi trasferito all’estero, anche per il tramite di versamenti effettuati da cittadini extracomunitari, utilizzando il circuito dei “money transfer” vercellesi. Durante la perquisizione dell’abitazione di “Carlos” sono stati trovati degli appunti manoscritti ove l’arrestato ha quantificato il suo “guadagno” mensile: 90.000 euro. La casa si è presentata agli occhi degli investigatori come una sorta di museo: quadri e arazzi di altissima qualità, porcellane, statue, mobili stile Luigi XV, tutti corredati da decine di certificati attestanti l’autenticità ed il valore, oltre ad altre decine di quadri e vasi conservati nella cantina, imballati e pronti per essere spediti verso il Brasile, paese per il quale, tra un paio di settimane, il Riefoli sarebbe partito con biglietto di sola andata.

Per tale motivo, il G.I.P ha intanto disposto il sequestro preventivo per equivalente, delle somme depositate sui conti correnti bancari e di titoli nella disponibilità degli indagati, per oltre 15 milioni di euro.

Le indagini sono ancora in corso, gli inquirenti stanno ancora esaminando la numerosissima documentazione contabile ed extracontabile sequestrata, mentre si quantificano il valore di altri immobili e beni mobili (autovetture come Bmw e Range Rover), ubicati e conservati sia all’estero che sul territorio italiano, che verranno sottoposti a sequestro preventivo per valori sino alla concorrenza degli importi evasi all’erario.

c.c.