La Polizia di Vercelli arresta un trentacinquenne rumeno per detenzione e spaccio di stupefacenti
Giovedì 23 maggio personale della Squadra Mobile della Questura di Vercelli, nell’ambito di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti in Provincia, ha arrestato un trentacinquenne di nazionalità rumena gravato da numerosi pregiudizi penali e precedenti di polizia, in quanto gravemente indiziato del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente in un comune della parte occidentale del comprensorio.
L’attività è stata avviata sulla scorta dell’ennesima segnalazione anonima pervenuta sull’app YouPolnella quale l’utente denunciava lo spaccio di sostanza stupefacente posto in essere da un soggetto straniero in un paese della provincia, attività di una particolarmente gravità dal momento che – secondo la segnalazione – il medesimo non disdegnava di vendere dosi di cocaina anche a minorenni.
I primi accertamenti posti in essere dagli investigatori della Squadra Mobile hanno permesso di individuare lo spacciatore in un operaio disoccupato, gravato da precedenti ma sconosciuto per quanto riguarda l’attività di contrasto allo spaccio di sostanza stupefacente.
Nonostante un primo tentativo infruttuoso, i poliziotti hanno infine fermato l’uomo al rientro a casa, effettuando una minuziosa perquisizione dell’abitazione, che ha consentito di rinvenire sostanza stupefacente di tipo cocaina del peso complessivo di circa 160 grammi già suddivisa in dosi pronte per essere spacciate, oltre a materiale atto al confezionamento ed alla pesatura della sostanza.
Al termine dell’attività di rito l’uomo, su disposizione dell’A.G. competente, è stato tratto in arresto ed associato presso la locale Casa Circondariale in attesa del giudizio di convalida.
L’app YouPol, realizzata dalla Polizia di Stato e disponibile per i dispositivi Ios e Android, è uno strumento gratuito e disponibile per tutti, semplice e sicuro, che permette di inviare segnalazioni, anche in forma anonima, con la possibilità di allegare video, audio, immagini e testo.
L’applicazione, nata nel 2017 per segnalare episodi di spaccio di droga e bullismo, è stata poi implementata anche con la possibilità di segnalare episodi di violenza domestica e recentemente rinnovata nella veste grafica e nella tecnologia: la stessa permette all’operatore di Polizia di aprire una chat sulla quale è possibile scambiarsi, in tempo reale, messaggi e file multimediali, come normalmente accade in un’applicazione di messaggistica istantanea.
La nuova funzionalità di geolocalizzazione permette di capire la posizione del segnalante, oltre a visualizzare su una mappa l’ufficio di Polizia più vicino, mentre un ulteriore recentissimo aggiornamento dell’applicazione offre anche la possibilità di nascondere l’attività svolta con l’app, evoluzione pensata principalmente per le vittime di violenza di genere che, così facendo, non rischiano di essere scoperte nel caso qualcuno si impossessasse del loro dispositivo elettronico per “curiosare”.
Di seguito alcuni suggerimenti per utilizzare al meglio l’applicazione:
- descrivere l’episodio in modo dettagliato, indicando il luogo, l’orario e le persone coinvolte;
- se possibile, inviare un video, un audio, un’immagine o un testo che descrivano l’episodio;
- se si effettua la segnalazione in forma anonima, è importante fornire informazioni che possano aiutare la Polizia a identificare l’episodio.
Nei casi più urgenti, ovviamente, sempre tramite un pulsante dell’app, è possibile chiamare direttamente il Numero Unico Europeo 112.
La Questura sottolinea l’importanza di questo strumento tecnologico per aiutare la Polizia di Stato, e più in generale le Forze di Polizia, ad assicurare alla giustizia gli autori di reati anche gravi, quali lo spaccio di stupefacenti o la violenza domestica, ma anche chi si rende responsabile di fenomeni comunque allarmanti quali il bullismo o altre forme di sopruso, diffuse soprattutto tra giovani ed adolescenti.
È infine doveroso rilevare che l’odierno indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.