La tragica fine di Lamolinara diventa un “caso” diplomatico

Tensione tra Roma e Londra sulla gestione del blitz per la liberazione del tecnico gattinarese. Intanto la comunità vercellese si chiude nel dolore e nella preghiera attendendo il rientro della salma

Mentre Gattinara e tutta la comunità vercellese si chiude nel dolore e si stringe attorno alla famiglia di Franco Lamolinara, la vicenda dell’ingegnere italiano ucciso durante un blitz congiunto delle forze di sicurezza inglesi e nigeriane diventa un “caso” diplomatico. Lamolinara, insieme al collega britannico Christopher McManus, era stato sequestrato il 12 maggio scorso a Birnin Kebbi dove lavorava come tecnico. Quasi 10 mesi di prigionia, poi l’irruzione dei militari e la morte in circostanze ancora tutte la chiarire. La tensione tra Roma  Londra verte sui tempi  i modi con cui le autorità italiane sono state informate del blitz: una telefonata di Cameron a Monti mentre l’operazione era già in corso e dunque non poteva essere più fermata. Ora il governo chiede chiarezza, mentre i famigliari di Lamolinara sperano di avere al più presto la salma del loro congiunto morto, a soli 48 anni, mentre faceva il suo dovere di tecnico in Nigeria. Già giovedì sera la sua comunità parrocchiale di S. Bernardo a Gattinara si è raccolta in preghiera.