Maxi risarcimento ai dipendenti della Cri di Vercelli

Il tribunale del capoluogo dà ragione ad alcuni operatori della Croce rossa patrocinati dalla Cgil e impone il pagamento di oltre 273mila euro

Il tribunale di Vercelli

La Croce Rossa dovrà pagare 273.500 euro di arretrati ai dipendenti a tempo determinato che non hanno ricevuto il salario accessorio. Lo ha stabilito una sentenza (n. 163/2015) del Tribunale di Vercelli.

Questo quanto riferisce la Cgil Vercelli Valsesia in un comunicato stampa diramato agli organi di informazione: “I lavoratori in questione – si legge nella nota firmata da Carmine Lungo e Piero Bodo – erano gli unici a lavorare nella sede della Croce Rossa di Vercelli – in assenza di personale a tempo indeterminato – ma non erano trattati come “normali” dipendenti. Per questo, un’impiegata e nove autisti/barellieri, tutti assunti a tempo determinato in Croce Rossa, hanno chiamato in causa l’Ente,  nel 2013, per i compensi incentivanti previsti dal CCNL ma mai percepiti.  La discriminazione retributiva ha trovato fondamento – secondo la sezione Civile-Lavoro di Vercelli – in un decreto legislativo (n.3 68/2001) che riconosce al lavoratore a tempo determinato ogni trattamento in atto previsto per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato comparabili, ovvero inquadrati nello stesso livello e nello stesso CCNL che istituisce, presso ciascun ente del comparto pubblico, un Fondo per i trattamenti accessori. A supportare le recriminazioni avanzate dagli (ex) precari – oggi inseriti nelle procedure di stabilizzazione – è intervenuta anche l’Europa con una Direttiva (n. 1999/70/CE) che sancisce come i lavoratori a tempo determinato non possano essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato esclusivamente in ragione del loro rapporto di lavoro temporaneo. L’unica eccezione potrebbe essere rappresentata  da ragioni oggettive, ma quelle avanzate dalla Croce Rossa nel contenzioso – ovvero l’impossibilità di valutare i risultati conseguiti rispetto a obiettivi professionali determinati data la temporaneità del rapporto di lavoro – non sono state ritenute tali dal giudice Elisa Scorza che ha peraltro verificato come la discriminazione salariale fosse già cessata nel 2011, quando la Croce Rossa ha cominciato a corrispondere i compensi accessori anche ai dipendenti a tempo determinato”. 

“In sintesi – conclude Bodo della FP CGIL Vercelli Valsesia – gli (ex) precari hanno lavorato per diversi anni, con continuità, ricoprendo mansioni istituzionali relative al pronto soccorso, previste e proprie dell’Ente, e dunque non dovevano essere discriminati». Discriminazione che costerà alla Croce Rossa, esclusi i compensi andati in prescrizione,  273.500 € di arretrati, suddivisi tra i 12.500 € e i 30.000 € per ciascun lavoratore, in base al periodo di lavoro maturato”.