Morti nelle Rsa piemontesi: in uno studio di Spi, Fnp e Uilp le cifre di un’ecatombe

La tabella riassuntiva della curva della mortalità nelle Rsa piemontesi

E’ stato diffuso alla stampa un interessante studio sulle strutture residenziali per anziani in Piemonte basato sui dati Istat sulla mortalità in tali realtà. L’indagine, condotta dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, è centrata sulle quasi 800 strutture residenziali per anziani presenti in Piemonte anche se parte da un quadro generale di raffronto sui decessi in strutture per anziani tra il quinquennio 2015-2019 e il 2020.

«Natuaralmente – spiegano i promotori dell’indagine – l’incremento maggiore della mortalità tra le persone con più di 65 anni nelle 20 Regioni italiane si è verificato nelle Regioni più colpite dall’epidemia».

In Lombardia, ad esempio, in tutte le fasce d’età dei ricoverati in Rsa l’incremento percentuale è stato a tre cifre con un dato totale superiore al 113%. Ma anche in Piemonte la mortalità tra la popolazione over 65 è aumentata del 45%, un dato altissimo.

La mortalità per gli over 65 è aumentata drasticamente in tutte le otto province. Ovviamente ci sono delle differenze percentuali anche piuttosto rilevanti, ma la situazione è stata drammatica ovunque. La Provincia che presenta la situazione peggiore è Biella: i morti tra gli over 65 sono aumentati del 72,8%, con un picco di incremento del 90% tra gli over 85, in pratica i morti tra i grandi anziani sono quasi raddoppiati. Non stupisce troppo che le province che hanno presentato un aumento di decessi inferiore siano quelle più a ovest, non confinanti con la Lombardia: la Città Metropolitana di Torino ha visto un aumento del 36,8% mentre la Provincia di Cuneo ha incrementato il numero di decessi del 28,3%.  

Situazione particolare quella verificatasi in Provincia di Alessandria, dove l’incremento più marcato (75,7%) ha riguardato la fascia di età più giovane, quella tra i 65 e i 74 anni. In provincia di Vercelli si è toccato un incremento totale di decessi del 65,3% con un picco vicino al 70% nella fascia d’età più elevata (gli over 85).