Peste suina: «Nessun caso nel Vercellese. Rafforzati i dispositivi di prevenzione»
I casi di peste suina riscontrati tra Piemonte e Liguria hanno determinato un rilevante allarme mediatico su questa malattia che colpisce la fauna selvatica. L’Asl di Vercelli, per rassicurare cittadini e operatori del settore, ritiene significativo intervenire con una nota in cui si fotografa la situazione attuale e si rassicura la popolazione sul fatto che nel Vercellese non sia stato rilevato alcun caso.
Nel frattempo sono rafforzate precauzionalmente le procedure di biosicurezza per impedire l’ingresso del virus negli allevamenti suini del territorio.
Il Servizio veterinario dell’Asl di Vercelli interviene per fare chiarezza dopo l’insorgenza di un focolaio di Peste Suina Africana in Piemonte in provincia di Alessandria, al confine con la provincia di Genova. Una vicenda che «ha creato un allarmismo non motivato in quanto la malattia, di cui tanto in questo momento si parla, pur essendo molto contagiosa, colpisce solo gli animali e nella fattispecie cinghiali e suini domestici, ma non si trasmette assolutamente all’uomo neppure ingerendo alimenti contaminati – sottolineano Elena Pavoletti e Daniele Masiero, Direttori rispettivamente del Servizio veterinario Area B e Area A dell’Asl di Vercelli – Come per il consumo di tutte le carni è importante osservare le usuali norme igieniche prima di cucinarle, sottoponendole ad adeguata cottura (almeno 80°C al cuore del prodotto per almeno due minuti). Qualsiasi tipo di preoccupazione che il nome della malattia potrebbe generare non è quindi giustificata. Non è la prima volta infatti che vengono registrati nell’Italia continentale casi di peste suina ed in Sardegna è endemica da diversi anni senza rappresentare alcun problema per l’uomo. I danni che la PSA potrebbe generare sono limitati alla sola popolazione suina – aggiungono – con coinvolgimento grave dell’economia degli allevatori del settore e dell’industria di trasformazione anche per il possibile blocco delle esportazioni».