Saitta: «Finita l’emergenza è ora di pensare al futuro della sanità vercellese»

Polo universitario unico, primariati, emodinamica, case della salute: tanti spunti dal convegno di venerdì in seminario

Il tavolo dei relatori al convegno di venerdì

E’ positivo in giudizio dei partecipanti sull’esito dell’atteso confronto sulle prospettive della sanità vercellese tenutosi venerdì pomeriggio in seminario a Vercelli. Fortemente voluto dal presidente dell’Ordine dei medici di Vercelli Piergiorgio Fossale e organizzato in collaborazione con i consiglieri regionali Gabriele Molinari e Giovanni Corgnati, ha visto la partecipazione dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta e del direttore generale dell’Asl Vc Chiara Serpieri. Da Saitta le parole più importanti: impegni e conferme sulla cosiddetta “fase due” della sanità piemontese e vercellese in particolare, dopo l’uscita dal piano di rientro dal debito sanitario.
Tante le proposte illustrate su cui occorrerà lavorare, a partire da quella di arrivare alla creazione di un’unica azienda ospedaliera universitaria per il quadrante Novara-Vercelli-Biella, costituendo a Vercelli un polo didattico e di ricerca universitaria biotecnologica.
«Ha ragione Chiara Serpieri, direttore dell’Asl di Vercelli – ha detto in particolare Saitta – perché ora è venuto il momento in cui si può parlare di prospettive per la sanità vercellese. I vincoli sono diventati opportunità e ringrazio tutti per aver avuto la forza e la pazienza di comprendere ed aspettare. Un esempio? L’emodinamica dell’ospedale di Vercelli ha raggiunto e consolidato i numeri adeguati per essere mantenuta e rafforzata, dopo investimenti importanti in personale».
Saitta ha poi aggiunto: «Qui nell’Asl di Vercelli si sono raggiunti gli obiettivi di mandato su tutti i fronti (prevenzione, rete ospedaliera e impostazione rete assistenza territoriale) puntando sull’innovazione delle risorse umane prima ancora che tecnologiche, valorizzando le professionalità degli ospedali di Vercelli e Borgosesia. Rientrano in questo tema sia l’alleanza strategica con l’università del Piemonte orientale sia  le nomine dei primari ospedalieri, bloccate da troppi anni. E’ vero che all’ospedale di Borgosesia su quattro strutture complesse, due (medicina e ortopedia) non sono ancora coperte con un primario, ma va detto che ortopedia è vacante da soli quattro mesi a seguito del pensionamento del primario, da anni peraltro a scavalco anche sulla struttura di Vercelli: a Vercelli è già avvenuta la  nomina ad ottobre. A Borgosesia ora il facente funzioni regge bene, in attesa di espletare le procedure per un nuovo incarico. Per il reparto di medicina di Borgosesia – vacante da cinque anni – voglio sottolineare che la direzione dell’Asl di Vercelli sta emanando proprio in questi giorni il bando dopo aver già dotato le strutture semplici di un responsabile: pronto soccorso, anestesia».
Da Giorgio Bellomo, preside della facoltà di medicina dell’università del Piemonte orientale è venuta la conferma della bontà del percorso di integrazione e rete tra Vercelli e Novara per offrire un futuro alla sanità dell’intero quadrante che non può essere intesa per gerarchie locali, ma deve sfruttare le potenzialità di sistema: «Vercelli non può fare a meno di Novara e viceversa» ha ribadito Bellomo.
Saitta infine ha voluto anche porre l’accento sulla rete di assistenza territoriale, ricordando che nei suoi piani la Regione Piemonte ha previsto per questo territorio la realizzazione o il rafforzamento di case della salute a Santhià, Gattinara, Varallo, Coggiola e Cigliano.