Stroncato un gruppo di sinti piemontesi dediti ai furti in appartamento, specialmente ai danni di anziani

I dettagli dell’operazione “Mercurio” che è stata portata a termine dalla squadra Mobile della Questura di Vercelli

Con la notifica di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Grado Diglaudi, suo figlio Roberto Riviera e Diego Riviera, tutti appartenenti all’etnia dei sinti piemontesi, si è conclusa l’operazione “Mercurio” condotta dagli uomini della terza sezione della squadra Mobile di Vercelli.I dettagli e i nomi dei soggetti interessati sono stati forniti agli organi di informazione durante una conferenza stampa avvenuta in tarda mattinata di martedì 25 novembre negli uffici della Questura cittadina in via San Cristoforo.

Le attività investigative sono iniziate da un furto aggravato in abitazione commesso il 12 febbraio ai danni di due anziani coniugi di Greggio, ai quali sono stati sottratti preziosi per un valore di circa 20.000 euro e denaro contante per 36.000 euro, frutto dei sacrifici di un’intera vita. Nell’occasione, secondo un modus operandi riscontrato dagli inquirenti in tanti altri episodi, gli autori si erano introdotti nell’abitazione degli anziani spacciandosi per tecnici dell’acquedotto che dovevano compiere degli accertamenti in quanto in zona era stata riscontrata la presenza di mercurio nelle condutture dell’acqua. Uno dei due malviventi, infatti, una volta introdottosi in casa, era riuscito a carpire la fiducia dei due anziani simulando dei “check-up” al lavandino della cucina, in compagnia di un complice, riferendo che l’acqua era contaminata con il mercurio e che avrebbe dovuto staccare immediatamente le utenze e riporre in un sacchetto i suoi gioielli che aveva in casa perché c’era il concreto pericolo che potessero andare a fuoco da un momento all’altro. L’anziana, preoccupata per i suoi averi, seguiva così i consigli del malvivente che gli strappava di mano la busta contenente i risparmi di una vita ed i suoi monili in oro: fuggiva a tutta velocità, in compagnia del complice, a bordo di un’autovettura dotata di targhe false.

Tale episodio ha dato corso ad una più ampia attività di indagine – coordinata dal Pm della Procura di Vercelli, dott. Ezio Domenico Basso – che ha portato a sviluppi anche nel territorio della provincia di Pavia e nel Canavese. Per quel furto, peraltro, la squadra Mobile di Vercelli aveva già dato esecuzione, a metà ottobre scorso, ad un ordinanza del Gip di Vercelli che disponeva l’obbligo di dimora in Montalenghe a carico di Roberto Riviera e di un suo complice, L.G., 29 anni, anch’egli appartenente all’etnia dei sinti. Nel corso delle perquisizioni furono effettivamente rinvenute radioline portatili, cappellini, un ciclomotore con targa falsa, una boccetta con spray urticante. Materiali questi, che servirono per la commissione dei furti e delle rapine.

La lunga e laboriosa attività di indagine – che si è concentrata nell’incrociare i riconoscimenti fotografici degli autori con l’analisi delle intercettazioni telefoniche e degli spostamenti dei veicoli utilizzati – ha permesso di attribuire al gruppo di sinti piemontesi diversi episodi riscontrati (tra il gennaio ed il maggio 2014) nelle abitazioni di anziani residenti nelle province di Vercelli, di Pavia e del Canavese. Modus operandi analogo a quello avvenuto a Greggio, anche se in più di una circostanza, a Voghera e a San Martino della Battaglia (Pavia), i malviventi non hanno esitato ad usare violenza sulle vittime per assicurarsi il bottino e guadagnare in tutta fretta la fuga che avveniva a bordo di potenti autovetture con targhe e colore della carrozzeria contraffatti.

Proprio il Gip del Tribunale di Pavia, su richiesta del Pm Giovanni Benelli, ha disposto le ordinanze di custodia in carcere ai danni di Grado Diglaudi, 63 anni, suo figlio Roberto Riviera 33 anni e Diego Riviera 35 anni, per due episodi (una rapina consumata ai danni di due anziani coniugi ed una tentata rapina ai danni di un ottantaduenne) avvenuti nello stesso giorno, il 9 maggio scorso, rispettivamente a Voghera ed a San Martino della Battaglia. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori della squadra Mobile, infatti, Roberto Riviera e suo padre Grado Di Glaudi si erano introdotti nell’abitazione di due anziani coniugi ottantenni come già descritto, salvo poi usare dello spray urticante e spintonare l’anziano in modo da strappargli di mano il sacchetto contenente soldi e gioielli ed assicurarsi la fuga. Nell’episodio della tentata rapina, invece, Diego Riviera, era sì riuscito ad entrare nell’abitazione di un anziano ma, dopo aver cercato di impossessarsi senza successo dei suoi beni, aveva spruzzato dello spray urticante sul volto della vittima in modo da fuggire più agevolmente.

Gli episodi segnalati – unitamente ad un furto in abitazione ai danni di un anziano commesso il 30 aprile a Stradella (Pavia) contestato a Roberto e Diego Riviera  e ad altri commessi tra le province di Torino e Vercelli – sono costati ai tre il carcere. Durante le perquisizioni effettuate nella giornata di mercoledì 24 novembre, tra l’altro, sono stati rinvenuti anche cappellini e parrucche che, con ogni probabilità, sono serviti per commettere i reati contestati ai tre sinti piemontesi, che ora sono in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

 

Questi i dati salienti dell’operazione “Mercurio”:

  • 79 anni età media delle vittime
  • 232.000 euro valore stimato della refurtiva
  • 25 utenze telefoniche intercettate
  • 20.000 circa le conversazioni ascoltate
  • 3 rapine scoperte
  • 6 furti aggravati in abitazione scoperti
  • 50 agenti impiegati nella sola fase conclusiva delle indagini (reparto prevenzione crimine Piemonte, squadra Mobile di Vercelli, Polizia scientifica di Vercelli e Commissariato Ps di Ivrea)