Forte: «Saitta sarà a Vercelli l’11 dicembre»

Fissata la data per l’incontro con gli amministratori: «Gli allarmismi di questi giorni nati da un’errata lettura degli atti della Regione»

L’assessore alla sanità della Regione Piemonte sarà a Vercelli il prossimo 11 dicembre per incontrare gli amministratori locali. Il luogo della riunione verà stabilito in base alla platea degli invitati: «Non vorremmo – dice il sindaco Maura Forte promotrice del summit – limitarci al consiglio comunale di Vercelli, ma allargare la convocazione ai sindaci e agli amministratori provinciali e regionali e a tutti i soggetti che possono dare un fattivo contributo».

Questa è la nostizia più importante emersa dalla conferenza stampa convocata dal sindaco nella serata di lunedì 24 novembre, cui hanno preso parte anche i consiglieri regionali Giovanni Corgnati e Gabriele Molinari assieme all’on. Luigi Bobba.

Forte ha sottolineato subito come la situazione del S. Andrea non sia così drammatica come dipinta da alcuni esponenti del centro destra: «Per ora la Regione ha classificato gli ospedali suddividendoli in presidi con Dea di II livello, Dea di I livello e nosocomi di base. In base a questa suddivisione sono state definite le dotazioni esenziali. Questo fa sì che il S. Andrea (Dea di I livello) abbia di certo i reparti di cardiologia, neurologia, ostetricia, pediatria, medicina, ortopedia, chirurgia, oncologia, radiologia, urologia e terapia intensiva. Per tutto il resto ci sarà modo di ragionare nell’arco dei prossimi tre anni». Sul tema caldo dell’Emodinamica Forte, Molinari e Corgnati hanno ribadito di aver chiarito a Saitta quali siano i numeri reali di interventi di angioplastica effettuati in un anno a Vercelli che giustificano ampiamente il mantenimento del reparto.

«Noi siamo certamente preoccupati per il mantenimento dei servizi sanitari – ha poi affermato Bobba – e se oggi si parla di tagli è per gli errori madornali commessi dalla precedente amministrazione regionale. E’ paradossale che a stracciarsi le vesti sia chi, fino qualche mese fa, cantava le lodi del “modello Cota”…».

Corgnati ha sottolienato l’aspetto dei numeri: «Cota ci ha consegnato una situazione debitoria che dai 350 milioni dichiarari inizialmente è lievitata a 2,5 miliardi che potrebbero superare i 5 se la Corte dei conti valutasse in maniera negativa una serie di situazioni. Questi sono i dati di fatto da cui partire, se no si fa solo demagogia».