Dati Excelsior: in provincia 1.920 assunzioni nel 2015

Quasi il 70% dei nuovi occupati nel settore dei servizi. Gli altri nell’industria

Le assunzioni di lavoratori dipendenti che le imprese della provincia di Vercelli programmano di effettuare nel corso del 2015 ammontano a 1.920: questo dato emerge dalla rilevazione del Sistema Informativo Excelsior effettuata da Unioncamere, in collaborazione con il Ministero del Lavoro che,
come ogni anno, contribuisce a fornire un quadro previsionale della domanda di lavoro dipendente e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese aventi almeno un dipendente. Le imprese dell’industria e dei servizi facenti parte dell’universo Excelsior stimano per il 2015 1.920 entrate e 2.220 uscite di lavoratori dipendenti, per un saldo occupazionale corrispondente a circa -300 unità1, pari, in termini percentuali, ad una riduzione del -0.9%. La flessione dell’occupazione dipendente è pressoché in linea con le dinamiche attese per il Piemonte (-0,7%), per il Nord Ovest (-0,5%) e per l’intera Italia (-0,7%). I contratti atipici attivati (contratti di somministrazione ed altri contratti di lavoro dipendente) dovrebbero, nell’insieme, superare quelli in scadenza (+120 unità il saldo previsto). “L’indagine di quest’anno evidenzia ancora una contrazione dell’occupazione nella nostra Provincia, comunque in linea con il dato regionale e nazionale. In generale si riscontra un incremento significativo delle assunzioni di dipendenti previste per il 2015, 1.920, in confronto all’anno
precedente con 1.540 entrate stimate. Si tratta di un andamento positivo ma non ancora in grado di contrastare l’entità delle uscite previste” – commenta Pier Benedetto Francese, Presidente della Camera di Commercio di Vercelli. In particolare, i 1.920 posti di lavoro previsti per il 2015 sono costituiti da 1.470 assunzioni a carattere non stagionale e da 450 entrate a carattere stagionale. A livello settoriale, si rileva che le entrate programmate di dipendenti verranno effettuate per una quota pari al 31% nell’industria (costruzioni comprese) e per il restante 69% nei servizi.