Ente Risi: lo Stato salda il debito con Bankitalia
Con la manovra economica che Tremonti sta approntando dovrebbe essere risolto un grosso problema che gravava sul presente e sul futuro dell’Ente Risi: un debito di oltre 30 milioni di euro nei confronti della Banca d’Italia. Spiega Roberto Rosso, sottosegretario all’agricoltura: «Si tratta di una partita che risale sino all’immediato dopoguerra quando l’ente gestiva l’ammasso del riso per conto dello Stato».
In pratica questo genere di attività, relativamente alle campagne agrarie 1948-’49, 1954-’55 e 1961-’62 non venne pagato dallo Stato. Così si decise di trasformare questo debito, incrementato dagli interessi, in Titoli di credito emessi dalla Banca d’Italia. Ma si sa come vanno certe cose nel Bel Paese: lo Stato non mise mai mano al portafoglio per “riscattare” i titoli e dunque sui bilanci dell’Ente Risi continuò a gravare un fardello che appunto è arrivato a superare i 30 milioni di euro: «Un peso intollerabile – riprende Rosso – per un ente che ha un giro di attività annuo attorno ai 4 milioni di euro».
Di qui l’operazione che ora si va a definire nell’ambito della manovra economica: «In pratica – spiega ancora Rosso – Tremonti ha accolto la mia proposta di accollare alle casse dello Stato l’onere maturato a carico dell’Ente Risi. In più saranno sbloccati altri 632mila euro di finanziamenti diretti all’ente. In sostanza si arriva al risanamento definitivo di un organismo che rischiava di essere soppresso anche a causa della sua eccessiva esposizione debitoria».
Ora si guarda già avanti: «Ci stiamo muovendo – conclude Rosso – nella direzione di individuare una nuova mission per l’Ente Risi. La mia idea è quella di creare a Vercelli un grande centro ricerche sulla risicoltura che inglobi le varie esperienze già oggi esistenti in questo settore, ivi compresa la ricerca condotta dall’Ente Risi. In questo modo l’ente potrebbe dedicarsi completamente ad una attività di promozione e valorizzazione del prodotto e delle terre da riso».