I lavoratori della Cerutti manifesteranno mercoledì prossimo davanti al Tribunale di Vercelli
Sono giorni davvero difficili per i circa 290 lavoratori che, complessivamente, sono ancora coinvolti nella crisi del Gruppo Cerutti: dopo l’annuncio, qualche settimana fa, della sospensione della produzione anche a Casale e della restituzione del ramo d’azienda “affittato” la scorsa estate dalla newco che avrebbe dovuto salvare il salvabile della gloriosa azienda di macchine a stampa, ora anche i 130 dipendenti della stessa newco sono tornati di fatto in capo alla procedura fallimentare che aveva già in carico i 160 lavoratori dello stabilimento di Vercelli. Per tutti ora bisogna trovare una soluzione immediata che consenta di traghettarli verso un futuro comunque incerto: per i 160 ex dipendenti dello stabilimento vercellese la cassa integrazione si sta esaurendo, per gli altri è ancora da richiedere e ottenere. In settimana il ministro del lavoro, Andrea Orlando, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha detto che «il governo e lo stesso ministero del lavoro assicurano la propria disponibilità a mettersi a disposizione per tutelare i lavoratori e le loro famiglie in un momento così difficile». Ma al momento nulla di concreto tanto che i sindacati spingono per l’apertura immediata di un tavolo di contrattazione che coinvolga tutti i soggetti interessati e soprattutto Misinistero del lavoro e Ministero dello sviluppo economico.
Ma quello della “cassa” non è l’unico fronte aperto: c’è anche quello giudiziario legato al recupero del crediti che dipendenti e fornitori vantano nei confronti del Gruppo Cerutti: a tal riguardo mercoledì 24 marzo i sindacati hanno organizzato una iniziativa davanti al tribunale di Vercelli con tutti gli ormai ex lavoratori della Cerutti.
«Manifesteremo dalle 14 alle 18 – preannuncia Ivan Terranova, segretario del Fiom Cgil – mentre il giudice ci darà udienza per ascoltare le nostre rivendicazioni».