Trattativa Sanac: i sindacati contrari all’ipotesi di “spacchettamento” del gruppo
Giovedì scorso si è tenuto un tavolo di confronto tra la delegazione sindacale di Filctem, Femca e Uiltec, composta dalla struttura nazionale, da quella territoriale e dalla Rsu e la gestione commissariale di Sanac.
L’azienda, dopo aver ricostruito il percorso storico che ha dovuto affrontare negli ultimi tempi, con particolare riferimento ai diversi bandi di gara andati inevasi, ha dichiarato la notevole diminuzione dei crediti che la stessa avanza da Acciaierie d’Italia, che ad oggi ammonterebbe a circa 3 milioni di euro.
Permangono tuttavia le difficoltà di produzione, a causa del perdurare dell’assenza di ordinativi proprio da parte di Acciaierie d’Italia che, come conseguenza, fa aumentare l’utilizzo degli ammortizzatori straordinari già ampiamente impiegati, ma altresì sta portando a centralizzare la parte rimanente di produzione in alcuni specifici stabilimenti a discapito di altri.
«L’idea di creare le condizioni di un eventuale spacchettamento delle unità produttive in fase di vendita, incrocia la nostra più netta contrarietà – affermano i sindacati – sia perché depaupera il valore di una società che solo fino a qualche tempo fa era considerata strategica per la siderurgia nazionale, ma anche perché creerebbe immediata disoccupazione nei territori più fragili. A nostro avviso Sanac esprime la massima potenzialità con i quattro siti in quanto riesce a produrre importanti ed articolati prodotti, con notevoli volumi, per i più variegati marcati. Dividendo le unità produttive si indebolisce tutto il gruppo, marginalizzando gli stabilimenti più deboli ma non creando valore aggiunto per quelli che stanno attualmente lavorando maggiormente. Inoltre, il compito della gestione commissariale è quello di salvaguardare l’intero patrimonio industriale e l’occupazione derivante.
Per questo il coordinamento nazionale dissente dalla gestione commissariale sul nuovo bando che prevede la divisione dei siti produttivi, sulla gestione delle produzioni che, soprattutto nell’ultimo periodo, vengono frequentemente spostate, perché risulta essere una decisione superficiale e limitata, che non rilancia l’occupazione e le produzioni e rischia di dare risposte insufficienti alla risoluzione della vertenza. Non possiamo non ricordare, inoltre, che il governo ha delle responsabilità a riguardo sia perché gestisce la fase di amministrazione straordinaria di Sanac, sia perché è dentro l’asset societario di Acciaierie d’Italia.
Più volte abbiamo ricordato al Ministero come il ripristino degli ordinativi da parte di Adi avrebbe definitivamente risollevato la Sanac da un tracollo che oggi sembra sempre più prossimo e sempre più evidente; e crediamo che passi in avanti la politica li abbia fatti approvando un ordine del giorno all’interno della discussione sul cosiddetto decreto Ex Ilva, varato nei giorni scorsi e che prevede l’impegno del governo a muovere in tale direzione. Ma al netto delle dichiarazioni e delle buone intenzioni e perfettamente in linea con i governi precedenti, nulla è stato fatto in merito ed oggi, ci ritroviamo a registrare mancanza di lavoro, ordinativi di materiale refrattario da parte di Adi che vengono acquistati da aziende estere, senza per giunta spuntare condizioni di miglior favore economico e bandi di gara che prevedrebbero divisioni di assetti produttivi».
Tra i quattro stabilimenti di Sanac vi è anche quello di Gattinara che impiega circa 90 lavoratori (sui 300 dell’intero gruppo)