Il fronte sindacale compatto: «La sanità vercellese è al collasso! Servono investimenti e assunzioni»

E’ un fronte compatto quello che sottoscrive un duro atto d’accusa alla gestione dell’Asl Vc: il comunicato giunto nelle redazioni venerdì mattina ha un titolo che non lascia margini di interpretazione: “La sanità vercellese al collasso”. A sottoscriverlo le Rsu dell’Asl Vercelli con tutte le sigle sindacali di rappresentanza di medici e paramedici: Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, NurSind e Fials.

«L’Asl di Vercelli, con ritardo, ci ha presentato il 2 in marzo scorso, il piano di assunzione 2023 da cui si evince che mancano circa 80 medici, circa 200 infermieri ed altre decine e decine di figure professionali quali tecnici sanitari, Oss, Fisioterapisti e vari profili – attacca senza preamboli in documento – I numeri presentati con il documento del Piano dei fabbisogni triennali sanciscono lapidariamente la necessità di un piano straordinario di assunzione, che vada oltre il turn over, che peraltro a oggi fatica a essere garantito. Il Piano si scontra con i fondi stanziati per l’Asl Vc che risultano insufficienti per garantire il recupero delle liste di attesa, la corretta e dignitosa cura e assistenza e un piano di assunzioni di personale per le future aperture ed ampliamenti strutturali (Pnrr e medicina territoriale)».

Isindacati rilevano dunque che «il piano presentato dall’Asl Vc parrebbe un mero esercizio di numeri perché non supportati da copertura economica. A oggi, di contro, si continua a chiedere agli operatori della sanità sacrifici che non possono essere neanche più ammantati dalla retorica che si è fatta sugli eroi del Covid. La prova della carenza strutturale del personale è che attualmente per alcuni servizi quali blocco operatorio, neurofisiopatologia e servizio prevenzione i lavoratori che vi operano sono costretti, ormai da anni, a fare un numero di reperibilità oltre quanto consentito dal contratto e con turni di chiamata che coincidono con turni di lavoro ordinari. Sempre più spesso si dispongono nei reparti di degenza turni di 12 ore e sono frequentissimi i richiami da ferie e riposi».

Ma c’èdi più: «Anche la formazione del personale, in un quadro perennemente emergenziale, diventa una chimera a spese della garanzia di sicurezza di utenza e di operatori. Stiamo assistendo a una serie di annunci dall’apertura dalla Rianimazione di Borgosesia, all’ampliamento del Dea di Vercelli, al futuro Ospedale/Cubo di Vercelli, all’avvio della MedicinaTerritoriale con le Case della Salute, l’Ospedale di Comunità di Gattinara e la Telemedicina. Ma ad oggi si vedono scarsi investimenti in termini di personale. E allora ci domandiamo se i soldi del Pnrr serviranno a costruire scatole vuote o a riempirle saranno altri soggetti magari privati. La telemedicina che dovrebbe sanare il problema dello scarso numero dei medici di famiglia nelle zone disagiate non può essere derubricata a una semplice apertura ambulatoriale a orari e numero di pazienti limitati».

Anche per quanto riguarda il «Servizio di prevenzione e di salute mentale e le dipendenze patologiche, a fronte della grande necessità emersa durante il periodo pandemico, continua a non trovare sufficienti risorse umane e risposte necessarie. Le prestazioni ambulatoriali non trovano soluzioni strutturali perché non sostenute da un piano assunzionale ma sono costantemente in balia di progetti estemporanei basati solo sull’allungamento degli orario di lavoro. I servizi di recupero funzionale fondamentali per il reinserimento del paziente alla propria vita normale e lavorativa sono divenuti negli anni ormai residuali nella sanità pubblica e la nostra Asl non si differenzia . La continuità assistenziale post ricovero sta diventando un problema per anziani e le loro famiglie vista la crisi delle Rsa ed il rincaro delle tariffe . Le scarse assunzioni, stanno nei fatti decretando che la sanità diventi un privilegio per coloro che possono pagare.

A fronte di ciò si continua a chiedere sempre di più agli operatori, che hanno contratti scaduti e orari oltre i limiti consentiti. Si registra sempre di più, anche all’Asl Vc , il fenomeno delle dimissioni in particolare fra i medici, ma presto potrebbe allargarsi ad altri professionisti, con l’ampliamento dell’utilizzo delle cooperative di “gettonisti” la cui spesa va oltremodo a incidere sul tetto del costo personale, creando un circolo vizioso. Non si assume personale ma si appalta a soggetti che oltre a rappresentare un costo considerevole non garantiscono la necessaria continuità assistenziale. Il piano che l’Asl Vc ha presentato, sciorina numeri che ammesso siano sufficienti, non trovano nei fatti concretezza».

Il comunicato sichiude con indicazioni precise: «Non ci bastano gli annunci, i buoni propositi o i ipotetici tavoli permanenti. Non serve un’altra sovrastruttura sanitaria ma vere risposte concrete e strutturali: la sanita’ vercellese e’ al collasso!».

E poi ancora: «Noi non abbiamo dimenticato i giorni della pandemia. non si può permettere di rifare gli stessi errori. mentre altri capitoli di spesa pubblica vedono l’ampliamento la sanità vede la riduzione, rivendichiamo maggiori risorse alla sanita pubblica. Rivendichiamo maggiori risorse alla sanità vercellese e valsesiana».