Province: parte una settimana di mobilitazione
A Vercelli, giovedì, è stato presentato alla locale Prefettura, alla Procura ed alla Corte dei Conti del Piemonte un esposto cautelativo, predisposto nei suoi contenuti generali dall’Unione delle Province d’Italia e recentemente votato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Vercelli.
«Nell’esposto – spiega il presidente della Provincia, Carlo Riva Vercellotti – sono stati esposti i dati agghiaccianti della situazione finanziaria in cui versa il nostro ente. Dai numeri impietosi emerge, con semplicità e chiarezza, come il prelievo forzoso, che la stessa Corte dei Conti ha bollato come “manifestamente irragionevole”, superi addirittura le entrate tributarie. La nostra Provincia, già da un anno, obbligatoriamente, deve dare allo Stato il 105% delle entrate: se incassiamo 10 milioni, il contributo obbligatorio allo Stato é di 10,5 milioni. Sembra un scherzo, purtroppo non lo è. Viviamo nell’impossibilità evidente di fare un bilancio ed assolvere le obbligazioni di legge, non possiamo garantire il diritto allo studio, alla mobilità, la sicurezza per gli ottomila studenti delle superiori e per le decine e decine di migliaia di cittadini che percorrono quotidianamente i mille chilometri di strade provinciali. Abbiamo incontrato il Presidente della Repubblica, abbiamo scritto a Governo e Parlamento, abbiamo presentato esposti cautelativi. Oggi il Sose, la società partecipata dal Ministero dell’Economia, ha presentato al Parlamento la certificazione di uno squilibrio delle Province italiane, a spesa efficientata e relativa alla sola partita corrente, di ben 651 milioni. Se aggiungiamo gli investimenti necessari sulle strutture la cifra lievita. Cosa serve allora per far cambiare volontà al Governo? Altri morti? Nessuno potrà dire “io non sapevo”!
Alla prossima tragedia nazionale, si aspettino pure un’informazione di garanzia perché sono loro che, deliberatamente, ben sapendo cosa avrebbe prodotto il loro comportamento e le leggi da loro approvate, hanno deciso di impedire alle Province di garantire la sicurezza dei cittadini italiani. Quasi tutti in realtà, perché qualche italiano che risiede in due o tre province ed in tre o quattro città metropolitane “fortunate” ha beneficiato di trattamenti di favore. Nei prossimi giorni continueremo la nostra mobilitazione: non sarà uno sciopero e non sarà per difendere le Province, ma servirà per riportare l’attenzione nazionale sulla sicurezza del Paese dopo gli eventi sismici, le alluvioni, le nevicate di questo inverno. Sicurezza che passa in Italia, in larga parte proprio dalle Province.
Mercoledì 22 marzo, allora, in tutto il territorio nazionale si tratterà il tema della sicurezza, della gestione e degli investimenti per le strade provinciali, chiamando a raccolta tutti i soggetti territoriali che utilizzano le strade provinciali e che per primi sono penalizzati dalla scarsa manutenzione: le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei cittadini legati alla viabilità. Chi, insomma, paga le tasse sulla viabilità e vede poi queste risorse sottratte dallo Stato per scopi che nulla hanno a che vedere con le strade. Venerdì 24 marzo sarà la giornata dedicata agli incontri per parlare di sicurezza, manutenzione e investimenti sulle scuole superiori. Ci confronteremo con i dirigenti scolastici provinciali, i presidi delle scuole superiori delle Province e le rappresentanze dei Consigli d’istituto, sia per la componente degli studenti che del personale scolastico. Nei giorni successivi, non appena uscirà il Decreto Legge sugli enti locali, si terrà poi, a Roma, una mobilitazione nazionale. Il Decreto, così come annunciato, infatti, avrà lo stesso effetto di un cerotto apposto su una gamba amputata».