Riva Vercellotti: «Ecco perché non partecipo alla festa del 2 giugno»
Alla vigilia della festa del 2 giugno in cui si celebra la Repubblica italiana, il presidente della Provincia di Vercelli ha inviato una lettera “aperta” al prefetto Maria Rosa Trio, in cui spiega le ragioni per cui non intende prendere parte alle celebrazioni stesse: «Eccellenza – si legge – con profondo rammarico le preannuncio che la Provincia non sarà presente alle celebrazioni del 2 giugno. L’esito referendario e le due manovre economiche che impediranno alla Provincia di assolvere alle funzioni assegnate ci hanno portati ad una riflessione profonda sul senso del 2 giugno, della Repubblica e di quei valori nati settant’anni fa. Valori e principi che si sono consolidati nella nostra Carta costituzionale ed oggi così gravemente disattesi dal legislatore.
La promozione delle autonomie, la buona amministrazione, i principi di adeguatezza, di proporzionalità, la leale collaborazione, dove sono finiti? Come può la Provincia presentarsi un’altra volta alla festa di una Repubblica ferita, sapendo che lunedì presenterà un nuovo ricorso cautelare al Consiglio di Stato facendo rilevare proprio l’incostituzionalità dei provvedimenti di quel Ministero dell’Interno che dovrebbe essere in prima fila per garantire la sicurezza e la pubblica incolumità?
Ho già scritto in più occasioni come il diritto allo studio, alla mobilità, alla sicurezza delle persone sono compromessi dalla “manovrina” già approvata alla Camera. Come faremo a garantire lo sgombero neve il prossimo inverno? Come faremo a garantire il riscaldamento e la normale manutenzione?
Lei ben sa che un tempo la Provincia omaggiava i diciottenni della costituzione ma, allora, come posso guardare negli occhi il futuro del nostro Paese, sapendo che lunedì chiederemo al Consiglio di Stato di porre la questione di legittimità costituzionale per violazione e falsa applicazione degli articoli 2, 3, 97, 114, 118 e 119 della nostra Costituzione? Spiegare a quei giovani studenti a cui dovrei garantire spazi sicuri ed accoglienti, il rispetto di principi che lo Stato viola.
Dalla “manovrina” arriverà una briciola che tutti sappiamo essere una inutile briciola perché sposterà solo i problemi al prossimo autunno. Verrà narrata come un gesto di magnanimità non dovuto ad un ente che meritava solo di morire giocando sull’ignoranza delle funzioni di sicurezza che l’ente, costitutivo della nostra Repubblica, esercita. Come posso essere presente ad una manifestazione così importante ma resa oggi così ipocrita? Una festa che, come disse il Presidente Mattarella, lo scorso anno, dovrebbe, più che celebrare, “riaffermare i valori e i principi che sono alla base della nostra Repubblica”.
La Repubblica si festeggia ogni giorno rispettandone i valori e i principi. Non si va a messa a Natale per lavarsi la coscienza dei peccati di un anno intero. La stima nei suoi confronti, naturalmente, resta immutata perché la considero un servitore serio, garbato ed intelligente dello Stato. Il 2 giugno sarò nel mio ufficio ed invierò una copia della Costituzione al Presidente della Repubblica, chiedendogli di impegnarsi a farla rispettare, quale garante, non firmando il decreto in conversione. Ci aiuti invece, come promesso, a far passare al Senato le modifiche necessarie affinché sia rispettata non solo l’autonomia finanziaria ma il diritto alla sicurezza per i nostri cittadini ed i nostri studenti.
Lavorando per la mia terra, ecco come domani renderò omaggio al nostro Paese».