Una norma Ue rischia di mandare il “stallo” la sanità

Demaria e Randazzo: «Da mercoledì vietato superare le 48 ore di lavoro per medici e infermieri»

La sanità piemontese rischia lo stallo: ne sono convinti i consiglieri comunali di Vercelli, Enrico Demaria e Maurizio Randazzo. La causa non è legata ai “tagli” ai fondi alla sanità cui ormai siamo abituati, ma a una norma europea che diventerà operativa la prossima settimana: «Mercoledì prossimo –spiegano Demaria e Randazzo – l’ospedale di Vercelli, come tutti gli ospedali del Piemonte e molti in Italia, rischia di andare in crisi con gravissime ripercussioni sui cittadini. Nonostante avesse avuto ben un anno di tempo per applicare una norma europea, appunto diventata legge anche in Italia da novembre 2014, il governo non ha fatto nulla per consentire agli ospedali italiani, e soprattutto a quelli delle Regioni che, come il Piemonte, hanno il blocco delle assunzioni, di applicare la legge che prevede il divieto per medici e infermieri sia di lavorare oltre le 48 ore settimanali, sia soprattutto di non lavorare oltre le 12 ore e 50 minuti consecutive  in un giorno, compensando subito dopo con almeno 11 ore di riposo continuato. Sino ad ora, in Italia, medici e infermieri potevano derogare a queste norme di civiltà (chi si affiderebbe mai ad un medico stanco o stressato?), ma dal 25 novembre non potranno più farlo, pena multe pesantissime. Il problema è che però, per garantire i servizi sinora offerti, è stato calcolato che in Italia sarebbe stato necessario assumere 4.500 nuovi medici, 350 solo in Piemonte. Peccato che in Piemonte non si possa proprio assumere nessuno. Morale: è assai probabile che, dal 25 novembre, direttore generale e primari garantiranno l’emergenza e, nell’impossibilità di avere i medici ospedalieri a disposizione per coprire ad esempio tutti i servizi ambulatoriali, semplicemente non li attiveranno. A fronte di questo allarme, segnalato e denunciati da tutti – medici, infermieri e sindacati in testa – il ministro Lorenzin non ha saputo dire altro che si va avanti lo stesso. La Regione Piemonte sta cercando di tirarsi fuori, riversando tutte le responsabilità sul governo, ma non può assolutamente farlo: il tema della sanità è specifico delle Regioni. Chiediamo al sindaco di attivarsi subito e rivolgiamo un appello anche a tutti i colleghi consiglieri comunali per andare a esaminare direttamente la situazione a partire appunto dalla mattina del 25 novembre. Siamo certi che, con i sindacati, i medici, si mobiliteranno anche associazioni, tra le altre, come il Gruppo Salviamo l’Ospedale Sant’Andrea e Cittadinanza Attiva».