Cercando l’Amico G…
La rassegna “In Absentia-Teatro Autosufficiente” dell’Officina Teatrale degli Anacoleti, prosegue con il quinto appuntamento in cartellone ad opera della compagnia diretta dall’attore e regista Daniele Conserva: Cercando l’amico G. Dove G sta ovviamente per Giorgio Gaber. Un gioco tra testi, musica e canzone per scoprire oggi, se ancora vi fosse la necessità del sottolinearlo, di avvertire drammaticamente la sua mancanza.Uno spettacolo improntato allo spirito di restituire Gaber a Gaber, riconoscere la sua autonomia artistica e di pensiero, al di là di facili appropriazioni. Quel rigore e quell’autenticità da lui indicati come valori da perseguire e da difendere devono essere salvaguardati, senza sottovalutare anche la componente musicale, che nel Teatro Canzone è senza dubbio parte integrante. Quando la musica è finita e gli amici se ne vanno, resta il ricordo persistente di un amico, un grande amico con cui confrontarsi era una consuetudine che dava calore. Un amico daltemperamento intransigente ma sincero, sarcastico e autoironico, affettuoso e disincantato. Unamico partito ormai per lande remotissime, approdato a terre irraggiungibili, che ci lasciarimpianti, nostalgie, vuoti. Ma perlomeno ci ha regalato le sue lettere al mondo: l’insostituibilesua opera, per fortuna – nell’epoca della riproducibilità tecnica – registrata quando ancora eravicino a noi.E tanto basta, a consolarci dell’assenza fisica. Perché la sua è un’assenza presente. Moltopresente.Così vengono riproposti alcuni brani recitati e alcune canzoni del repertorio di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, uniti a testi, ragionamenti e considerazioni cantate e non, dal repertorio di Daniele Conserva, da tempo autore e interprete di Teatro-Canzone, termine col quale si intende uno spettacolo in cui prosa e musica, monologhi e canzoni si alternano e sono funzionali gli uni agli altri all’interno di un discorso unitario. La performance si sviluppa attraverso un accompagnamento musicale, che pur comprendendo strumenti poco utilizzati da Gaber stesso (come violino, viola e mandolino), sottolinea la freschezza e il vigore anche delle sue musiche. Daniele Conserva, interprete per vocazione del Teatro-Canzone, ha prestato la sua opera di attore oltreché in teatro, anche in ambito cinematografico e televisivo, in opere dirette, fra gli altri, da Pupi Avati e Ricky Tognazzi.