La Pro perde 5 a 1 ad Ascoli ed è fuori dalla Coppa Italia
La Pro perde cinque a uno ad Ascoli ed esce dalla Coppa Italia. Troppo ampio il divario tra le due compagini, i padroni di casa giocheranno nel prossimo campionato in serie B e noi no, saremo in serie C. Si aggiunga che la Pro, sotto di due reti, è riuscita ad accorciare con una rete di Dentello Azzi e poi, complice il rigore provocato da fallo di Victor Volpe già ammonito nel primo tempo, con l’espulsione del brasiliano e la massima punizione realizzata da Ardemagni, la Pro si è un poco sciolta.
Pro Vercelli (4-1-4-1): Moschin; Foglia, Milesi, Grossi (Carosso dal 74′), Volpe; Schiavon; Azzi (Volpatto dall’82’), Erradi, Volpe, Della Morte; Rosso (Ciceri dal 41′). A disposizione Bigotti, Ciceri, Volpatto, Carosso, Liberali, Bernaudo, Zaffiro. Allenatore Alberto Gilardino.
Ascoli (4-3-1-2): Lanni; Andreoni, Brosco, Quaranta, D’Elia; Gerbo (Cavion dal 76′) , Petrucci, Brlek (Chajia dal 66′); Ninkovic; Ardemagni, Da Cruz (Scamacca dal 57′). A disposizione Fulignati, Valentini, Troiano, Cavion, Scamacca, Rosseti, Piccinocchi. Allenatore Paolo Zanetti
Reti: Brosco (A) al 7′, Da Cruz (A) al 20′, Azzi (Pvc) al 32′, Ardemagni su rigore (A) al 55′, Scamacca (A) al 72′
Non si deve certamente drammatizzare per una sconfitta che avrebbe potuto essere messa in preventivo, l’impiego di Rosso e Schiavon potrebbe far pensare ad una possibile revisione della campagna cessioni, chissà. Ora si attenderà l’avvio del campionato contro la Pianese, il 25 agosto al Robbiano Piola. In mezzo, il calciomercato, appunto. Trattative che riguarderanno le uscite, le partenze. Nessun arrivo ufficiale ci sarà, prima di qualche partenza, dovrebbero dire addio alla bianca casacca Comi, Nobile, Max Gatto, Crescenzi, Schiavon e Simone Rosso chissà. Attendiamo e questa attesa è piuttosto angosciosa da parte degli Innamorati apprensivi, serena per tutti gli altri, quelli che tifano Pro a prescindere, staremo a vedere. Niente altro da aggiungere, si sa che sarà presumibilmente una Stagione di sofferenze.
Paolo d’Abramo