Ultimo minuto

Ultimo Ultimo

Ultimo minuto, che non è solo il titolo del pezzo o di un film di Pupi Avati ma è il timore che attanaglia gli ultimi giapponesi, convinti che la battaglia sportiva non sia ancora finita e che ci si possa ancora salvare, sabato 17 maggio al Robbiano Piola alle 16.30, battendo la Pro Patria, magari proprio all’ultimo minuto del match. Spes ultima dea, la speranza è l’ultima a morire ma a proposito di film me ne ricordo uno del 2002, “Casomai”, che tra le frasi ne riportava in parafrasi una di Sant’Agostino, più o meno così “ S. Agostino dice che sono due le cose più brutte che possono accadere a un essere umano: la prima è condurre una vita senza speranza, la seconda (per me è la peggiore) è credere in una speranza senza fondamento“, la frase corretta di Sant’Agostino che vorrei ricordare è “Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento”. Ecco, siamo tutti noi, Innamorati di Pro, distanti dalla disperazione senza scampo, questa Società ha indotto nel tempo una disaffezione profonda che neppure il più acerrimo tifoso potrà provare la terribile sensazione della disperazione perché sopraffatta dalla rassegnazione, potrebbe però conservare la speranza, temo senza fondamento, di superare sabato la Pro Patria, di sperarlo razionalmente non ce n’è ragione, ci attacchiamo alla laica fede ed al fatto che il calcio è strano. Ho ascoltato l’intervista dopo gara di mister Gardano, emergono due impressioni, la prima è – provando a tradurre i pensieri e certamente sbagliandone io la traduzione – che la Rosa è stata preparata atleticamente un po’ così (quando fa riferimento ai crampi ) e la seconda consiste nell’errore di non aver commesso fallo tattico in occasione della rete dei padroni di casa, i tigrotti lombardi. Aggiungerei che la Pro ha tirato poco verso la porta di Rovida e che, come spesso accaduto in questa stagione, ha preso talvolta certe infilate in difesa che dimostrano quanto sia stata male – e non solo in economia – assortita la compagine, assente di un vero interditore in difesa e soprattutto a centrocampo, ceduto Louati nel mercato di gennaio e con un reparto difensivo di certo non ermetico. La Pro di quest’anno merita la retrocessione ? Probabilmente sì, ma restiamo Innamorati e continuiamo a coltivare una speranza con un fondamento sottile, che all’ultimo minuto si faccia forza e ribalti le brutte impressioni di un campionato disgraziato, una Rosa che i detrattori narrano slegata, litigiosa oltre che malassortita ( ah, come vorrei essere la Giana Erminio!), scelte tecniche che trasformano Ogni maledetta domenica (ma anche lunedì sera o martedì, mercoledì, sabato pomeriggio)

https://it.wikipedia.org/wiki/Ogni_maledetta_domenica_-_Any_Given_Sunday

in un giorno della marmotta – “grazie al film Ricominicio da capo di Harold Ramis (1993), in molti paesi di linguaanglofona e neolatina il giorno della marmotta è diventato un’espressione comune per indicare un giorno ripetitivo”. più che in un manuale delle giovani marmotte, giornate di campionato ripetitive più che istruzioni su come salvarsi in scioltezza. Qualsiasi altra considerazione tecnica o tattica sarebbe inutile, resta una partita per completare il pranzo della signora o la cena di Babette, per restare in tema da cinefili. Ovvero, resta la partita contro la Pro Patria per decidere se finire con l’amaro o fermarsi al dolce. Discorrere di chi schierare o di quali motivazioni trovare per vincere sabato sarebbe come continuare il tiro al bersaglio su un difensore che allo Speroni di Busto ha indietreggiato di fronte all’incursione avversaria invece di immolarsi o darsi pena perché là davanti accanto a Comi c’erano bianche nuvolette di nulla, non parliamo di quel che c’era in mezzo al campo, altrettanto impalpabile. E allora coltiviamo nel nostro orticello personale e di tifosi questa speranza con poco fondamento e tanto sottile, magari un piccolo germoglio uscirà, confidiamo che in ogni caso, in ultimo gli olandesi, il nuovo gruppo che dovrebbe acquisire la Società, infine procederà ugualmente nell’acquisizione, salvi o retrocessi sebbene, in quest’ultimo caso, i pessimisti – che senza dubbio sbagliano, dai – sono convinti che si tratti sia di una falsa speranza sia di una speranza senza fondamento.
Paolo d’Abramo