Operazione “Aquila nera”: 5 arresti per spaccio di stupefacenti nei boschi
Complessa e lunga attività di indagine, tra Arborio e Ghislarengo, portata avanti dalla Squadra mobile e dalla sezione antidroga della Questura di Vercelli
La Polizia di Stato, durante una prolungata e articolata indagine, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, ha arrestato 5 uomini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nelle zone boschive comprese tra i comuni di Arborio e Ghislarengo.
L’attività investigativa era iniziata nel mese di agosto 2019 quando la Squadra mobile della Questura vercellese era venuta a conoscenza di un fiorente mercato di spaccio di sostanze stupefacenti, organizzato da cittadini di etnia magrebina, nelle zone boschive dei due sopracitati territori vercellesi e nelle adiacenze della sponda destra del fiume Sesia. Immediatamente gli uomini della sezione “Antidroga” hanno iniziato una serie di servizi di osservazione nelle piazze di spaccio segnalate e, durante uno di questi, si sono imbattuti in due presunti “pusher” che stavano cedendo delle dosi di droga ad alcuni tossicodipendenti locali. Ma gli stessi pusher, avvedutisi della presenza delle forze dell’ordine, si sono dati alla fuga abbandonando lo stupefacente che stavano per vendere.
In quell’occasione, gli uomini della Squadra mobile hanno sequestrato circa 300 grammi di hashish, 50 grammi di cocaina, 50 grammi di eroina, oltre al materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti e 400 euro in contanti quale provento dell’attività illecita. Inoltre, sul posto, sono stati identificati alcuni acquirenti, come già detto noti tossicodipendenti, i quali hanno dato informazioni più o meno dettagliate sui loro fornitori, oltre che una loro descrizione. Tutti questi elementi, approfonditi dagli agenti, hanno consentito l’identificazione dei due spacciatori.
L’indagine ha permesso, dunque, di accertare che la giornata “lavorativa” dei due spacciatori iniziava verso le 11/11.30 e terminava verso le 21, con numerosissime cessioni di droga a tossicodipendenti provenienti dalle province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania, con notevoli incassi quotidiani.
Continuando nei servizi di osservazione, si è anche riusciti ad identificare un terzo uomo, sempre di origine marocchina, che più volte si era recato nella piazza di spaccio di Arborio, con la finalità di rifornire gli spacciatori delle sostanze stupefacenti da commercializzare.
Nei primi giorni di ottobre il terzo uomo, un 27enne pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, mentre si stava dirigendo nella piazza di spaccio con la propria autovettura, è stato arrestato in flagranza dagli uomini della Squadra Mobile, che a bordo della vettura hanno rinvenuto ben 500 gr. di eroina.
Un mese più tardi, nei primi giorni di novembre, gli investigatori della Squadra Mobile, nel corso dei numerosi servizi di appostamento svolti nella zona, hanno intercettato l’autovettura utilizzata dagli spacciatori per raggiungere il luogo di “lavoro”. In tale occasione si è deciso di procedere al controllo dell’autovettura e degli occupanti: i due uomini, cercando di darsi alla fuga, hanno prima innestato la retromarcia urtando l’autovettura di servizio e poi provato la fuga a piedi, ma sono stati ugualmente fermati ed immobilizzati dagli agenti.
A bordo dell’auto dove si trovavano gli spacciatori, notati più volte nei pressi del fiume Sesia, c’erano anche un 17enne ed un 19enne, entrambi marocchini incensurati, che sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria poiché indiziati del delitto di spaccio di sostanze stupefacenti.
Successivamente si è proceduto alla perquisizione dell’appartamento di Vigevano in cui i due vivevano, trovando e sequestrando circa 5.000 euro provento dell’attività di spaccio. Dalle successive indagini si è potuto accertare che mentre il maggiorenne aveva il compito di rispondere al telefono ai “clienti” e raccogliere le loro ordinazioni, il minorenne confezionava le dosi di sostanze stupefacenti, per poi cederle ed incassare il denaro.
Per quanto riguarda i tre individui tratti in arresto durante l’attività d’indagine, le Autorità giudiziarie competenti, in sede di convalida dei provvedimenti restrittivi, hanno chiesto ed ottenuto la custodia cautelare in carcere, grazie ai numerosissimi elementi di reità raccolti durante le indagini.
Nei primi giorni di gennaio 2020, il minore è stato colpito da un secondo provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino.
Sulla scorta di quanto sopra evidenziato, si è ritenuto che la piazza di spaccio ubicata tra Arborio e Ghislarengo fosse stata liberata dagli spacciatori, ma tale speranza decadeva quando si è appresa la notizia che, nei pressi del ponte sul fiume Sesia, hanno iniziato ad operare due spacciatori di etnia magrebina, i quali venivano contattati dai “clienti” che prima si rifornivano dagli arrestati. Pertanto, al fine di stroncare sul nascere questo ulteriore traffico di stupefacenti posto in essere dai nuovi “pusher”, gli agenti della “sezione Antidroga” hanno deciso di intervenire subito, addentrandosi nel bosco, notando appunto due giovani magrebini.
I soggetti, pensando presumibilmente che si trattasse di nuovi acquirenti di sostanze stupefacenti, non si sono allontanati dal luogo dove si trovavano ed uno di loro si è addirittura avvicinato agli agenti per salutarli. Ma dopo che i poliziotti si sono qualificati come tali, il primo dei due spacciatori ha provato a scappare, ma è stato immediatamente immobilizzato. Nel frattempo, anche l’altro uomo si è dato alla fuga, lanciandosi velocemente nella boscaglia, ma non è servito nulla perché è stato ugualmente raggiunto (nonostante avesse cercato di eludere la cattura colpendo con calci e pugni gli operatori della Polizia di Stato).
Sul posto è stato rinvenuto il bilancino elettronico di precisione utilizzato per pesare le dosi di droga ed il materiale utile per il confezionamento delle medesime, motivo per il quale i due nuovi spacciatori, un 25enne ed un 31enne, entrambi pluripregiudicati per reati in materia di stupefacenti, sono stati arrestati in flagranza per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.
Anche questi ultimi, in sede di convalida dell’arresto, sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere.
All’esito della complessa attività d’indagine “Aquila Nera”, durata circa un anno, la Squadra mobile di Vercelli ha sequestrato, complessivamente, circa 600 gr. di eroina, 300 gr. di hashish e 100 gr. di cocaina, che una volta commercializzati avrebbero fruttato almeno 50.000 euro.