Quando don Bosco il 28 maggio 1944 “salvò” Vercelli dai bombardamenti

Il racconto diretto di una testimone pubblicato sul "Corriere Eusebiano"

Mappa di un bombardamento aereo su Vercelli nel 1944, l'immagine di San Giovanni Bosco e la facciata della parrocchia del Sacro Cuore (nel rione Belvedere)

Settantacinque anni fa come oggi, il 28 maggio 1944, ricorreva la solennità di Pentcoste e nel quartiere Belvedere di Vercelli era prevista una processione per concludere il mese dedicato a Maria Ausiliatrice. Ma verso le 11 iniziarono a suonare le sirene antiaeree per avvertire la popolazione di un imminente attacco da parte di bombardieri americani.

Già alcuni giorni prima, visto il peggioramento del conflitto specialmente nel Nord Italia, l’allora comunità parrocchiale del Belvedere, le Figlie di Maria Ausiliatrice e le opere salesiane, decisero di fare un voto a San Giovanni Bosco affinché venisse risparmiata la città e il quartiere (molto vicino alla stazione e con diverse fabbriche).

Ebbene, come confermato dagli stessi statunitensi, quel 28 maggio 1944 i piloti dei bombardieri decisero di evitare di distruggere il centro storico del capoluogo e lo stesso Belvedere. Alcune bombe caddero nelle vicine campagne, dentro le risaie allagate, e altre lungo le rotaie della ferrovia.

Per chi volesse approfondire la notizia, il racconto diretto di una testimone dell’accaduto è pubblicato a pagina 22 del “Corriere Eusebiano” dello scorso sabato 25 maggio 2019 (ancora disponibile in edicola)