«Cosa accadrà dopo la chiusura della centrale di Leri Cavour?»

Bobba interroga il governo: «Vogliamo conoscere le conseguenze occupazionali e ambientali della decisione annunciata da Enel»

«È urgente che il Governo intervenga per verificare le conseguenze della cessazione definitiva della Centrale Galileo Ferraris di Leri Cavour, nel Comune di Trino (Vercelli), sia in termini di tutela occupazionale, soprattutto per i lavoratori e per le aziende dell’indotto, sia sotto il profilo dell’impatto l’impatto ambientale e paesaggistico della bonifica del sito. Inoltre ho chiesto al Governo di chiarire se ci sia già il piano relativo al dettaglio delle attività di fermata e messa in sicurezza degli impianti e delle strutture afferenti alla centrale Galileo Ferraris»: queste le richieste contenute in un’Interrogazione presentata dall’on. Luigi Bobba (PD) e rivolta al Ministro dello Sviluppo economico, al Ministro del Lavoro e al Ministro dell’Ambiente. 
Infatti, il 28 maggio la società Enel S.p.A., scriveva al Ministero dello Sviluppo economico per  richiedere di “cessare l’esercizio delle unità di produzione elettrica installate nella centrale termoelettrica “G. Ferraris” sita in località Leri, Comune di Trino, in Provincia di Vercelli, chiusura dovuta a “mutate esigenze del mercato elettrico”.
Spiega l’on. Luigi Bobba: “La chiusura dell’impianto di Leri Cavour, costruito tra il 1991 e il 1997 per diventare la seconda centrale elettronucleare di Trino e spento da circa quattro anni, apre una serie di preoccupazioni avanzate dagli amministratori locali sia per quanto riguarda i lavoratori Enel e quelli dei lavoratori delle ditte che forniscono servizi esterni sia per il rischio che la centrale diventi una sorta di ecomostro tra le risaie. Da parte dell’Enel, infatti, si tace relativamente alle sorti dell’imponente impianto costituito anche da torri di raffreddamento in mezzo al paesaggio naturale delle risaie, così come nulla viene specificato per ciò che concerne la bonifica dell’area. E non vi sono informazioni relativamente alle modalità individuate per garantire la sicurezza dell’area che attualmente ospita l’impianto, nella fase successiva alla dismissione; elemento importante anche a fronte dei continui e ripetuti atti di vandalismo che si sono verificati negli anni presso l’attiguo Borgo di Leri”. 
«Per questo ho chiesto ai Ministri competenti di conoscere se esiste un piano relativo al dettaglio delle attività di fermata e messa in sicurezza degli impianti e delle strutture afferenti la centrale G. Ferrarsi – conclude l’On. Luigi Bobba – e se vi sia un piano di sviluppo relativo all’impianto fotovoltaico che Agatos Green Power dovrebbe realizzare nell’area adiacente la centrale, un progetto  ad oggi tramontato, a cui era legato anche il recupero dello stesso borgo di Trino».