Fecchio: «Obbligatoria l’iscrizione all’anagrafe dei profughi»
L’Associazione nazionale degli ufficiali di stato civile e di anagrafe (Anusca) della Provincia di Vercelli ha partecipato al Convegno Nazionale tenutosi a Chianciano. Particolare interesse ha suscitato la tavola rotonda intitolata: “Profughi e rifugiati, cosa resta dopo l’energenza: iscrizione anagrafica, presa in carico, assitenza legale, gestione delle convenzioni, alla quale hanno partecipato esperti di livello nazionale – alcuni di questi già presenti ai corsi organizzati a Desana . «Gli autorevoli interventi – spiega il vice presidente provinciale Anusca, Claudi Fecchio -hanno consentito di chiarire definitivamente alcuni aspetti pratici per gli operatori: è risultato evidente, sulla base della normativa vigente, come vi sia l’obbligo da parte dell’ufficiale d’anagrafe a provvedere alla iscrizione anagrafica dei rifugiati, profughi e migranti, che abbiano già il permesso di soggiorno – o titolo equipollente – che funge anche da documento di identificazione del richiedente oltre ad attestare la regolarità del soggiorno. A seguito di tale iscrizione insorge l’obbligo del rilascio – ove richiesta – della carta d’identità non valida per l’espatrio nonché del rilascio della certificazione anagrafica. Di particolare interesse risulta la possibilità da parte dei richiedenti asilo, rifugiati o migranti di rendersi utili presso la comunità che li ospita tramite il volontariato, o tramite un vero e proprio lavoro regolarmente retribuito con contratto, oppure ,per lavori occasionali , usufruire dei voucher. Tali possibilità possono essere attivate solo dopo 60 giorni dall’ottenimento del permesso di soggiorno (Dlgs 142/2015). Si è ribadito come l’Ufficiale d’Anagrafe non debba prestarsi a comportamenti non conformi al mutato quadro normativo, dei quali scaturiscono gravi responsabilità a suo carico. Si è concluso affermando che solo con un corretto approccio, rispettoso della vigente normativa, sarà possibile governare e non essere travolti dall’emergenza».
La precisazione di Fecchio prende lo spunto da alcuni episodi, verificatosi anche sul territorio della nostra provincia, in cui «taluni uffici anagrafe comunali hanno tenuto comportamenti non in linea con la norma».