Maxi evasione contributiva per un’azienda vercellese
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vercelli, avvalendosi della collaborazione della Direzione Territoriale del Lavoro di Vercelli, ha portato alla luce un articolato sistema di evasione contributiva commesso da un’azienda nei confronti di 535 dipendenti. L’attività scaturisce da una verifica fiscale, condotta nei confronti di un’impresa vercellese, nel corso della quale l’attenzione degli investigatori si era soffermata su una “singolare” posizione debitoria, di notevole entità, dell’impresa verso i lavoratori. Questi ultimi, infatti, a seguito di vertenza lavorativa protrattasi per lungo tempo, si erano visti riconoscere dall’azienda un maggiore trattamento salariale in cambio della rinuncia a proseguire eventuali azioni giudiziarie. Tuttavia l’impresa, pur riconoscendo come legittime le pretese dei lavoratori, aveva omesso di corrispondere ai medesimi le contribuzioni obbligatorie previste dalla normativa in materia previdenziale ed assistenziale. Singolare lo stratagemma utilizzato dall’impresa per far lievitare le buste paga senza corrispondere le contribuzioni: ai lavoratori è stato fatto sottoscrivere un accordo sulla base del quale l’aumento di stipendio era qualificato come “transazione novativa” non soggetta a ritenute. I successivi approfondimenti, condotti con l’ausilio della Direzione Territoriale del Lavoro di Vercelli, hanno consentito di disvelare una realtà ben diversa, in quanto qualsiasi compenso corrisposto ad un lavoratore deve essere assoggettato a ritenuta. Al termine delle attività è emerso come l’azienda vercellese ha omesso di operare la contribuzione previdenziale ed assistenziale per un importo pari a 622mila circa per un totale di contributi omessi pari a 200mila euro circa.