Non esaltarsi, non abbattersi
Dopo la sconfitta interna per 5 a 1 con il Cittadella
Non esaltarsi troppo nelle sconfitte, non abbattersi troppo nelle vittorie. Anzi no, questo lo fanno i cattivi tifosi, autolesionisti oppure ai danni degli avversari. Non esaltarsi troppo nelle vittorie, non abbattersi troppo nelle sconfitte, ecco, così va meglio. Questa regola scritta per ultima dovrebbe valere sempre, nello sport come nella vita, evitando – di fare il gesto dell’ombrello alla signora mentre al supermercato e con uno scatto le porti via l’ultima confezione di latte fresco o mentre ti spacchi la mano – autolesionista ! – rompendo il vetro della finestra in cucina quando ti accorgi che il 6 multimilionario del superenalotto che avresti voluto giocare è rimasto scritto nella tua schedina dimenticata sabato mattina sul mobile dell’ingresso prima di uscire e scivolata poi sotto al suddetto mobile, senza essere giocata. Generalmente, in Italia, i tifosi delle squadre di calcio sono sanguigni e non sempre rispettano il decalogo del cavaliere Secondo Ressia, più volte indicato nei pezzi dell’Umile, ovvero sostenere sempre la propria squadra, incitarla, mai contestarla, et cetera. In alcuni luoghi i tifosi sono più accesi, in altri meno, ma sanguigni restano e Vercelli è una piazza sostanzialmente tranquilla che non necessita d’essere normalizzata, lo è già stata. Ora, la Pro alla terza giornata si ritrova con due punti, frutto d’un pari con l’Ascoli per 1 a 1, un pari a Trapani con lo stesso risultato e la sconfitta con il Cittadella, 1 a 5. Che cos’è accaduto oggi per prendere 5 pere dalla formazione di Roberto Venturato? In buona sostanza, errori individuali, marchiani errori individuali. Errori evitabili? Certo, ma la partita perfetta finisce 0 a 0, sempre 0 a 0. Quindi è errore, o bravura del portiere avversario, se non riesci a segnare, è errore, o prodezza estemporanea, se l’avversario segna. La Pro che ha perso con il Cittadella in una caldissima giornata di settembre era la stessa che ha preso due punti pesanti con Ascoli e Trapani? Più o meno, come giocatori, più o meno come modulo, forse più lineare nelle due precedenti gare per condotta di gioco, concentrata, attenta, più attenta ad evitare sbavature mentre si prova ad uscire palla al piede dalla propria metà campo, a uscire nell’area di pertinenza per abbrancare il pallone, a non perder palla, a non fare passaggi imprecisi ai compagni di squadra, a difendere sull’avversario che ti sta per anticipare e metter dentro. E non è davvero il caso, mai, di buttare addosso una finestra o un mobile a chi ha sbagliato. Se ha sbagliato riparerà al suo errore, senz’altro. Archiviamo come risultato netto la partita con l’ordinato diligente concreto Cittadella di mister Venturato, le prossime gare saranno sabato a La Spezia, e poi martedì dopo tre giorni a Benevento, contro il Cesena al Robbiano Piola tra due settimane. Il campionato non finisce alla sesta ma dopo questo trittico la Pro avrà qualche punto in più nella graduatoria, di questo ne sono sicuro, 4, 5,6 non so, ma di certo qualcuno in più. Di 42 partite ne abbiamo giocate 3, ne restano 39 e la partenza balbettante della Pro di questa stagione potrebbe essere analizzata sotto diversi aspetti, tattico ovvero di modulo, tecnico ovvero di giocatori in campo, ambientale ovvero di tifosi che incitano oppure no per novanta minuti mettendo pure pressione alla quaterna arbitrale, dal Rettilineo di Tribuna alle Gradinate, dalla Tribuna alla Curva. L’alchimia tra tifo e Pro in questa Stagione non si è ancora realizzata, arriverà la scintilla che la farà accendere e potrà anche essere una sconfitta, magari quest’ultima, come forse fu quella per uno a zero con arbitraggio pacatamente contestato dal pubblico – ma questa volta, sabato con il Cittadella, no – lo 0 a 1 con l’Olbia, Stagione 1994/1995, seguirono 7 vittorie di fila, serie C2, allenatore Sergio Caligaris. Mentre i giocatori ed il pubblico del green bowling vestono tutti di bianco e bevono thè negli intervalli, mentre nel calcio d’oggi ormai è vietato sugli spalti pure l’invernale brulè, mentre soffriamo per queste 5 pappine rifilateci dall’ex squadra di Dom Claudio I, attendiamo il riscatto della nostra Pro. Arriverà, ne sono certo e fin da subito, con qualunque modulo, con qualsiasi giocatore in campo, i migliori disponibili, in ogni caso. Senza togliere la possibilità agli Innamorati di ragionare pacatamente su moduli e giocatori, come giocatori di green bowling o tifosi di calcio in Italia. Pacatamente, come fa qualche decina di milioni di italiani da molti anni a questa parte, commissari tecnici della Nazionale di calcio in pectore e non per mestiere, o tifosi d’una squadra di green bowling, nell’assordante silenzio del Robbiano Piola. Il Cittadella ha battuto la Pro perché ha sbagliato di meno ed ha approfittato degli errori, come ha fatto La Mantia sulla ribattuta di Alfonso al rigore calciato da Morra, anticipando la difesa ospite. Davvero sarebbe – in questo pezzo come in tutti gli altri – inutile e quasi senza senso, anche fuori luogo scrivere che la formazione avrebbe potuto essere diversa o i giocatori in campo più sereni e fiduciosi nei mezzi a disposizione o addirittura che la disposizione tattica avrebbe potuto esser differente. La Pro avrà – sabato prossimo – l’opportunità di rifarsi a La Spezia contro una squadra forte, ben strutturata, con mire ambiziose di play off per il salto in serie A. Eppure ce la potremo fare con serenità, umiltà, concentrazione, il Campionato è ancora lunghissimo.
Paolo d’Abramo