«Non c’è lavoro giusto se non si mette l’uomo al centro»

Sabato pomeriggio in dibattito al Piccolo Studio organizzato dalla Pastorale sociale in occasione del Primo Maggio

Da sinistra Frigato, Guidotti e Bulsei

«Il lavoro è un’esigenza della giustizia e della carità». Con questa considerazione il teologo salesiano, don Sabino Frigato, ha iniziato la sua riflessione nel corso del convegno organizzato dalla Commissione per la pastorale sociale della diocesi al Piccolo Studio di S. Andrea, in collaborazione con diversi soggetti che operano nel mondo del lavoro vercellese, nel pomeriggio di sabtao. Occasione: l’imminente festa del 1 maggio collegata al Giubileo della Misericordia. Don Frigato ha dialogato con il sociologo e docente universitario, Gianluigi Bulsei, cercando di delineare un quadro di analisi dell’attuale situazione del mercato del lavoro e dell’economia sia sotto il profilo morale, sia sotto quello dell’impatto sociale. A moderare il confronto il sindacalista della Cisl, Francescantonio Guidotti. Don Frigato ha inquadrato il suo ragionamento partendo dalla definizione di “dottrina sociale della Chiesa”, prendendo spunto dalla storica enciclica “Rerum novarum” promulgata il 15 maggio 1891 da papa Leone XIII, per giungere sino ai più recenti pronunciamenti di Giovanni Paolo II e di papa Francesco: «La domanda è: ogni attività può essere definita lavoro? Oppure esistono delle specifiche, quali dignità, giustizia, equo compenso, che fanno da discrimine tra lavoro e una sorta di schiavitù? La storia ci dimostra che questa distinzione va fatta e che le conquiste sociali non devono essere mai considerate acquisite una volta per sempre. E la dottrina sociale della Chiesa invita da sempre a mettere al centro l’uomo come fine ultimo di ogni azione». Bulsei ha contribuito a dare contenuto alle affermazioni di don Frigato offrendo alcuni riferimenti molto concreti all’attualità e alla dimensione locale. A conclusione del convegno i partecipanti hanno partecipato a un momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo, mons. Marco Arnolfo, nella chiesa di S. Bernardo, Madonna degli Infermi.