A che punto è la notte?
A che punto è la notte? Questo si chiede il Tifoso innamorato di Pro, una specie in via d’estinzione visti i numeri al Robbiano Piola e le preoccupazioni di un periodo storico impegnativo in cui il buonumore ha fatto posto, ben che vada, alla sensazione emotiva d’inquietudine di chi è in coda alle Poste mentre ha lasciato l’auto in sosta vietata. Insomma, la tranquillità è un’altra cosa. L’allontanamento di mister Scienza era inevitabile e lo sarebbe stato anche per il più inguaribile degli ottimisti, siamo giunti all’Immacolata e l’ultima vittoria risale al 21 ottobre, due a uno alla Giana Erminio, poi una sequenza di bastonate sul collo , sette partite – da Busto Arsizio all’ultima al Robbiano Piola con la Triestina – e due punti raccolti. E così Scienza è stato esonerato ed è arrivato Franco Lerda, ci deve essere un gemellaggio non scritto ma determinato dal Fato e che lega la Pro ai granata, il primo che ricordo io fu Natalino Fossati e prima ancora Sergio Vatta. Dopo le quattro vittorie consecutive iniziali che avevano illuso la piazza, sono arrivate le batoste. Premetto che sono dell’idea che non è solo colpa di mister Scienza se la Pro è caduta come un sasso nel pozzo delle disperazioni ma anche di scelte non ottimali in fase di mercato estivo. Cosa sperano i tifosi dall’arrivo di Lerda e cosa si devono aspettare ? Sperano che la Pro si risollevi, a partire dalle ultime tre gare che ci separano dal prossimo anno, Fiorenzuola e Mantova per chiudere il girone di andata, la prima di ritorno con il Lecco e poi ci si rivede dopo la Befana, in casa contro la Pro Sesto. A che punto è la notte delle Bianche Casacche? Difficile dare una risposta senza considerare un paio di aspetti, le assenze degli infortunati, la condizione psico-fisica dei nostri , la forza delle avversarie. Questa Pro, evidentemente sopravvalutata da molti – me compreso – ad inizio Stagione e senza aver adeguatamente rimpiazzato i pezzi pregiati Saro, Nielsen, Zerbin, Costantino, Hristov, si ritrova a metà del guado tra play off e play out ma con ancora tutte le carte in regola per ripigliarsi, non voglio buttare nel pozzo tutto l’ottimismo. Si prospetta a gennaio una mezza rivoluzione della Rosa, forse anche più di mezza. E i tifosi si augurano che sia fatta in accordo tra Direttore Sportivo e (nuovo) allenatore. Mi ricordo le parole dell’ex mister che diceva suppergiù ad agosto “il direttore sportivo sa quel che mi manca, mi fido di lui”. Abbiamo visto com’è andata a finire. Per evitare che anche mister Lerda venga sacrificato sull’altare laico dei risultati servono nel mercato di gennaio arrivi di qualità, ma qualità vera, ed almeno 4 calciatori titolarissimi e sani (non servono ricambi, urge qualità che al momento latita), immediatamente impiegabili, adatti al gioco che Lerda vorrà mettere in pratica, non ci sono scuse, altrimenti il sacrificio degli allenatori risulterà vano, anche di fronte agli Innamorati commoventi che seguono la squadra in trasferta, i ragazzi della Curva Ovest. Nel frattempo, oltre ogni speranza, nelle prossime tre gare prima della pausa, più che altro servirà vedere una reazione, in termini di lotta dura( il tremendismo granata ?) e magari qualche punto. Le lodevoli dichiarazioni di qualsiasi conferenza stampa di presentazione servono per riscaldare i cuori ma occorrono soprattutto punti, iniezioni di entusiasmo e concretezza. Occorre ringraziare all’infinito l’attuale dirigenza che ha permesso la sopravvivenza della Pro e nel contempo lanciare l’augurio che passi questa lunga notte per poter così ritornare a vedere la luce dei piani alti, siamo abituati a percorsi difficili e in salita, non ci spaventano tanto quanto la solitudine del seggiolino Bianco e vuoto accanto al nostro, anche se al momento è difficile criticare gli assenti. Amarcord anni ‘70 sotto la firma.
Paolo d’Abramo