Cappuccio scrive a Di Maio: «Sulla Ifi chiediamo un incontro urgente»

Il sindaco di Santhià sprona il Ministero del lavoro a "battere un colpo" rispetto alla crisi della Iniziative ferroviarie italiane

Angelo Cappuccio

Ci prova il sindaco di Santhià, Angelo Cappuccio, a convincere il Minisetro dello sviluppo economico a “battere un colpo” sulla vicenda della Iniziative ferroviarie italiane, l’azienda che da mesi condanna alla più totale incertezza i 110 dipendenti del suo stabilimento santhiatese.

Ancora mercoledì, al termine di un presidio davanti alla Ifi, la Fiom Cgil denunciava il totale silenzio del Mise rispetto a questa grave crisi aziendale. Cappuccio ha deciso così di scrivere direttamente al ministro e vice premier Di Maio: «In qualità di Sindaco della Città di Santhià, provincia di Vercelli, a nome personale e dell’amministrazione richiedo un incontro urgente per affrontare le problematiche relative all’azienda Iniziative Ferroviarie Italiane di Santhià (VC). Le lavoratrici e i lavoratori della sopracitata azienda versano in uno stato di difficoltà economica che ha messo in allarme l’amministrazione comunale e tutta la città, in quanto ad oggi devono ancora riscuotere la 14ª del 2017 e del 2018, è stato soltanto erogato un acconto di 800 euro relativo alla retribuzione di novembre 2018, mancano le mensilità relative alle 13ª 2018 e di dicembre ’18, mancano pure il versamento della previdenza complementare, il versamento delle quote assicurazione sanitaria, non risulta il saldo della dichiarazione dei redditi e conguaglio bonus fiscale D.lgs 66. Inoltre per i lavoratori cessati non sono state versate le quote relative al trattamento di fine rapporto.

Ad aggravare la situazione la mancanza di prospettive di nuove commesse, almeno questo ci dichiara l’azienda, oltre il marzo del corrente anno.

Stante la situazione i lavoratori sono in uno stato di difficoltà sociale gravissimo, pertanto hanno deciso di attuare lo stato di agitazione che è iniziato a gennaio.

Siamo ben consapevoli dello stato di crisi che versa il settore della manutenzione ferroviaria, ma siamo molto preoccupati circa il rischio che l’attività di un’azienda con oltre 100 anni di storia alle spalle possa scomparire con tutte le professionalità, acquisite da oltre tre generazioni di lavoratori».

Cappuccio conclude la lettera dicendosi convinto «che un piano di investimenti e riorganizzazione potrebbe sbloccare la situazione».

Di qui la richiesta di «un incontro urgente al fine di valutare la situazione ed individuare le possibili soluzioni, tenuto conto della attuale insostenibile situazione economica dei lavoratori interessati».