E alla fine Trino ha presentato l’autocandidatura “annunciata”. Legambiente: «Ci opporremo in ongi sede»

L’ondata di valutazioni avverse, proveniente da più parti, all’ipotesi di autocandidatura del Comune di Trino ad essere sito di stoccaggio di tutti i rifiuti nucleari italiani, non è stata sufficiente a far desistere il sindaco Daniele Pane dalla decisione di avanzare tale autocandidatura.

Dopo la (evidentemente inutile, ndr) seduta del consiglio comunale di giovedì sera, la giunta comunale convocata da Pane  nella mattinata di venerdì 12 gennaio, ha deciso di inviare tramite PEC al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e a Sogin istanza di autocandidatura, ai sensi dell’articolo 27, comma 5-bis, del D.lgs. 15 febbraio 2010, n. 31, a ospitare sul proprio territorio il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico e chiede di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità. 

Ovviamente (sottolineatura altrettanto inutile… ndr) nell’istanza si specifica che l’autocandidatura è subordinata oltre che al buon esito della verifica di idoneità del territorio da parte di Sogin e alla validazione da parte dell’autorità competente in termini di sicurezza, anche al fatto che tutti i criteri di sicurezza vengano assolutamente rispettati.  

È stato inoltre sollecitato esplicitamente che vengano tenuti in considerazione gli esiti dell’adunanza aperta svoltasi giovedì 11 gennaio nella sala consigliare del Comune di Trino (anche se a rigor di logica tale risultanze avrebbero dovuto essere prese in considerazione dall’amministrazione comunale prima di avanzare l’autocandidatura, ndr).

Il Comune, infine, richiede agli organi competenti di mettere in atto una campagna informativa capillare rivolta alla popolazione (e anche questa forse dovrebbe essere messa in atto da chi propone l’autocandidatura di un territorio escluso dalla Cnai per il mancato rispetto di ben 6 su 15 criteri ritenuti fondamentali ai fini dell’esclusione, ndr). 

«Ci tengo a ribadire ancora una volta – commenta il sindaco di Trino Daniele Pane – le ragioni di sicurezza e opportunità che hanno sempre guidato l’agire di questa amministrazione. Come abbiamo sperimentato anche ieri nell’adunanza aperta a cui hanno partecipato sei tecnici chiamati a illustrare il progetto e l’iter per la scelta del sito e la realizzazione del deposito, c’è un assoluto bisogno di chiarezza e trasparenza su questo tema. E soprattutto bisogna arrivare a una decisione, che sia il più condivisa possibile. Ora la palla passa agli esperti, che diranno se effettivamente il territorio di Trino è idoneo oppure no».

La scelta (sostanzialmente scontata) di autocandidare Trino ha immediatamente provocato al reazione di Legambiente: «Il Comune di Trino – si legge in un comunicato a forma di Gian Piero Godio – per volere del Sindaco e della Giunta, anziché pretendere che i rifiuti radioattivi vengano tolti dal proprio territorio e trasferiti in un deposito nazionale collocato in una delle ben 51 aree ufficialmente riconosciute per avere i migliori requisiti di sicurezza (CNAI), preferisce autocandidarsi per poter aspirare ad avere il deposito nazionale del nucleare nel proprio territorio, in mezzo alle risaie, con requisiti di sicurezza evidentemente inferiori rispetto ai 51 siti CNAI. A seguito di questa grave decisione del Comune di Trino, Legambiente del Vercellese ha già presentato oggi stesso un atto di intervento nel procedimento in corso presso Il Ministero dell’Ambiente MASE e presso la Sogin e l’ISIN al fine di contrastare questa assurdità con argomentazioni oggettive e scientifiche».