Roberto Rosso (Fdi) arrestato per voto di scambio con la ’ndrangheta

Avrebbe chiesto voti ai clan per poter essere eletto consigliere regionale e poi entrare nella giunta Cirio come assessore alla semplificazione

Roberto Rosso

La notizia si è abbattuta come un fulmine anche su una Vercelli ancora assonnata: Roberto Rosso, assessore regionale,  leader di Fratelli d’Italia in Piemonte, trinese di origine, è stato arrestato all’alba della Guardia di Finanza con l’accusa di aver chiesto voti ai clan della ’ndrangheta per poter essere eletto consigliere regionale della formazione di Giorgia Meoloni e entrare nell’esecutivo del presidente Alberto Cirio con la delega alla semplificazione.

Dalle prime luci del giorno di venerdì 20 dicembre i militari del comando provinciale di Torino stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia torinese, compresi sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ’ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ed operanti a Torino. Tra le condotte contestate dalla procura, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Rosso, stando alle accuse, si sarebbe rivolto ad affiliati alle cosche calabresi per conquistarsi un posto in Regione. 
L’indagine è condotta dai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola.

Roberto Rosso, 59 anni, ha alle spalle una lunga militanza politica nell’allora Democrazia cristiana. Nel 1993 entrò in parlamento come deputato di Forza Italia e venne rieletto per diverse legislature restando a Montecitorio sino al 2013, arrivando a ricoprire la carica di sottosegretario al ministero dell’agricoltura. Di recente è stato nominato vice sindaco di Trino Vercellese per poi passare a Palazzo Lascaris e insediarsi come assessore della giunta Cirio.

Nelle prossime ore la Magistratura torinese renderà noti i dettagli dell’operazione.