Vercelli: tanta gente in piazza per il 25 aprile. Lerner: «E’ la festa della democrazia»

Gad Lerner durante l'orzione in piazza Camana

Una festa della Liberazione che ha visto una partecipazione davvero massiccia, quella svoltasi nella mattinata di oggi, martedì 25 aprile, a Vercelli. Certo ha giocato un ruolo importante il nome di “richiamo” scelto per l’orazione ufficiale, quello del giornalista Gad Lerner, ma forse anche il momento storico caratterizzato da un acceso dibattito sull’eredità del processo di liberazione che ha condotto alla fine della seconda Guerra Mondiale e alla nascita della Repubblica Italiana. La bella giornata primaverile ha fatto il resto accogliendo centinaia di partecipanti prima in piazza Battisti, per l’omaggio ai caduti di tutte le guerre, e poi in piazza Camana, dove si è svolta la cerimonia ufficiale. Si è iniziato con la messa, presieduta da mons. Giuseppe Cavallone, che ha portato il saluto dell’arcivescovo mons. Marco Arnolfo, ancora impegnato nel suo viaggio a Isiolo in Kenya. Conclusa la celebrazione eucaristica è toccato ai rappresentanti delle principali istituzioni prendere la parola per alcuni brevi messaggi. Essendo molte autorità in trasferta a Cuneo per prendere parte alla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sul palco di piazza Camana sono saliti il vice sindaco di Vercelli, Massimo Simion, il vice presidente della Provincia, Alessandro Montella, e il vice prefetto vicario, Cristina Lanini.
Ma il momento più atteso, come accennato, era l’orazione ufficiale di Lerner che, introdotto dal presidente dell’Anpi Vercelli, Giacomo Ferrari, ha preso la parola attorno alle 11,30 parlando a braccio per oltre mezz’ora: «Oggi qui celebriamo la festa della democrazia – ha detto in avvio – Tutti, specialmente voi che vivete in territori dove i primi movimenti resistenziali iniziarono 80 anni fa, appena dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, dobbiamo ritenerci figli, nipoti e pronipoti i quella guerra di liberazione».
Lerner ha “esaltato” il termine “partigiani” utilizzato per definire chi combatté quella lotta per la libertà: «Partigiani, perché decisero di schierarsi contro chi utilizzava la tortura, le rappresaglie e la deportazione per invertire le sorti di una guerra ormai segnata». Aggiungendo: «Pensare, come qualcuno tenta di fare, di mettere sullo stesso piano chi scelse di opporsi all’occupazione nazi-fascista e coloro che fecero la scelta opposta, con l’argomentazione che “intanto erano tutti italiani”, è un’infamia, un’argomentazione oscena. E lo sapete bene voi che, in queste vallate, avete conosciuto la ferocia delle truppe nazi-fasciste».
In conclusione Lerner non ha lesinato una stoccata all’ex assessore Emanuele Pozzolo, deputato al parlamento, che aveva contestato l’invito formulato a Lerner di essere oratore al 25 aprile vercellese. Pur senza citarlo il riferimento è stato esplicito: «Mi è stato detto che qualcuno ha eccepito sulla mia presenza qui oggi ritenendomi fazioso e divisivo, ma anche invitandomi a un pubblico dibattito sul periodo storico di cui stiamo parlando. Dico subito che accetto entusiasticamente l’invito al confronto a patto – ha aggiunto con una “frecciatina” – di avere interlocutori qualificati che riconoscano anzitutto un fatto: se oggi possiamo confrontarci liberamente su questo e altri temi è grazie al coraggio dei partigiani e delle partigiane che hanno dato la vita per garantirci quella stessa libertà».