Coldiretti: «Per il riso situazione compromessa. Servono azioni immediate»
Dopo la serata “dei 600” ad Asigliano con la prima iniziativa pubblica di #ildazioètratto e le dure dichiarazioni di presidente di Confagricoltura Vercelli Biella, Giovanni Perinotti (ne parliamo diffusamente nell’edizione cartacea in edicola da venerdì 17) ora arriv anche una nota della Coldiretti vercellese sul tema “caldo” del riso e dell’import dai Pma: «Non è più possibile temporeggiare: il riso italiano va salvato e le istituzioni di ogni livello devono schierarsi, coi fatti, a fianco dei risicoltori. Uscire dalla crisi è possibile, e ciò che serve Coldiretti lo ha indicato da tempo: rintracciabilità ed etichetta d’origine, innanzitutto; in secondo luogo, stop a una politica di dazi agevolati che consente l’invasione del riso straniero, proveniente in gran parte dall’estremo oriente asiatico (accordi EBA). Il riso è un settore sensibile dell’agricoltura europea, questa peculiarità deve essere riconosciuta, come pure il principio di specificità del settore: se muore il riso, muore un territorio che su di esso è stato plasmato e con cui vive uno sviluppo comune, non solo dal punto di vista socioeconomico, ma anche culturale, storico e di biodiversità».
Paolo Dellarole, presidente della Coldiretti interprovinciale di Vercelli-Biella, torna sul tema riso, mettendo in luce «i ritardi degli strumenti e degli interventi legislativi per ottenere, una volta per tutte, di superare il problema a livello comunitario».
«Le istanze presentate a Bruxelles non hanno sinora fatto breccia” evidenzia Dellarole. «Ciò significa che bisogna continuare e che serve più determinazione: lo diciamo al mondo della politica, che mai come ora deve dimostrare coi fatti di essere al nostro fianco. La situazione è durissima, per non dire compromessa: “Nella campagna 2015/2016, infatti, le importazioni comunitarie di riso lavorato da Pma (fonte Ente Risi) hanno fatto segnare un volume record di 367.663 tonnellate, con un incremento di 21.694 tonnellate rispetto alla campagna precedente. In particolare, le importazioni dalla Cambogia sono pari a 314.187 t, che rappresentano il nuovo record di importazione da tale Paese».
La coltivazione del riso va considerata strategica, non solo per l’agricoltura e l’equilibrio ambientale delle aree di coltivazione ma anche per la specifica filiera agroalimentare che esso attiva e che vede l’Italia leader in Europa: il perfetto equilibrio da ricercare è il garantire la competitività e la redditività delle aziende agricole e, al contempo, per favorire la gestione sostenibile delle risaie a favore della biodiversità, garantendo ai consumatori e al mercato un prodotto sano, sicuro, rintracciabile: e il riso italiano condensa tali caratteristiche in ogni suo chicco.