Atti vandalici a Cigliano in occasione del 25 aprile. Interviene l’Anpi

Il presidente Rastelli: «Tentativi vani di negare la storia e di dividere i cittadini sui valori che stanno alla base della nostra Repubblica»

Arriva la ferma reazione dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) provinciale dopo quanto accaduto a Cigliano nelle ore precedenti alla festa della Liberazione: ignoti hanno tagliato le corde che permettono di issare il tricolore al monumento ai caduti, danneggiando anche la stessa bandiera che è stata adagiata su una siepe. Inoltre i cartelli di divieto di sosta sistemati lungo la via in previsione del corteo del 25 aprile sono stati contrassegnati con adesivi riportanti lo stemma di Casa Pound.

«Abbiamo appreso attraverso le testimonianze dei cittadini e poi anche a mezzo stampa che nella notte tra il 24 e il 25 aprile si è cercato di rovinare la cerimonia della Festa della Liberazione di Cigliano con atti vandalici i cui responsabili non sono ancora stati identificati – si legge nel comunicato stampa a firma di Bruno Rastelli, presidente provinciale dell’Anpi – Auspichiamo lo siano presto. Come associazione condanniamo fermamente quanto accaduto: lo sfregio compiuto alla bandiera d’Italia proprio nel giorno in cui si festeggia la sua Liberazione è un atto gravissimo. Abbiamo inoltre appreso che le transenne lungo il percorso della manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale sono state riempite di adesivi che si richiamano ad un’organizzazione i cui riferimenti culturali sono lontani  da quelli che hanno animato la Resistenza e la guerra di Liberazione.
Ma abbiamo anche saputo che i cittadini ciglianesi si sono mobilitati fin da subito a strapparli via: a loro e agli alpini che  hanno cercato di riparare il danno alla bandiera va il nostro grazie perché sono la dimostrazione che vani sono gli sforzi di chi cerca di negare la storia, di chi cerca di danneggiare i simboli, di chi crede così facendo di costruire consenso. L’Italia ha anticorpi su cui è necessario vigilare costantemente. Ma quegli anticorpi dimostrano di essere ancora vivi».