Salta l’ennesimo consiglio. Ora si attende la pronuncia del Tar

Maggioranza e opposizione non si presentano in aula. Randazzo e Pasquino: «Non si fa il bene dei cittadini»

La seduta di mercoledì sera

Come era ampiamente prevedibile (dopo le dimissioni di Teresa Marcon e il comunicato stampa del Pd di cui abbiamo già reso conto) il consiglio comunale convocato per venerdì con all’ordine del giorno le ormai celeberrime surroghe dei consiglieri dimissionari (4 oltre la già citata Marcon) e il bilancio di previsione 2018, non si è svolto. Sia la maggioranza che la minoranza – tranne i consiglieri Malinverni, Pasquino e Randazzo – non si sono presentate in aula con motivazioni analoghe vale a dire attendere la pronuncia del Tar sui rispettivi ricorsi: quello sulla legittimità del “blocco” alle surroghe presentato dall’amministrazione Forte e quello sulla legittimità delle sedute aperte sotto la soglia dei 14 consiglieri da parte dell’opposizione. La decisione di far saltare a seduta è stata duramente criticata dai consiglieri Maurizio Randazzo e Stefano Pasquino (Vercelli Amica) che hanno dichiarato: «Coerentemente con il mandato conferito dai nostri elettori, in assenza di comunicazioni ufficiali di revoca del consiglio comunale di venerdì, abbiamo ritenuto opportuno nell’interesse della città di partecipare al consiglio comunale al fine di deliberare su argomenti indispensabili per gestire al meglio le risorse economiche con la discussione del bilancio. Prendiamo atto che il consiglio comunale non si è svolto per la mancanza del numero legale dei presenti in aula. Riteniamo tale episodio pregiudizievole per il bene dei cittadini vercellesi perché a nostro modesto parere, la pendenza di un procedimento giuridico al Tar non deve compromettere l’attività del consiglio comunale e la discussione sul bilancio».