Stato-Regioni: l’Anci chiede a Chiamparino di restare

Ballaré: «Il deficit astronomico del Piemonte frutto delle precedenti amministrazioni»

Sergio Chiamparino

Un deficit regionale di 5,8 miliardi ereditato dalle amministrazioni precedenti: questa la ragione che giustifica le repentine dimissioni di Sergio Chiamparino dalla presidenza della Conferenza Stato-Regioni.

«Una regione in queste condizioni non può stare in testa alle altre e per questo ho presentato le mie dimissioni, ma il problema – ha dichiarato il governatore del Piemonte – rischia di diventare esplosivo anche per le altre amministrazioni. Non chiediamo più soldi o di sanare il debito ma un decreto che costituisca un fondo patrimoniale ad hoc dove far affluire le anticipazioni assegnate dall’Economia». Insomma Chiamparino vorrebbe contabilizzare quei debiti fuori dal bilancio così le poste passive potrebbero essere rateizzate sul lungo periodo invece che gravare sui bilanci correnti con un peso insostenibile di 800 milioni l’anno.

Le dimissioni di Chiamparino, per quanto “irrevocabili”, sono state congelate fino all’approvazione della legge di stabilità

A chiedere a Chiamparino di ripensarci e il presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni) del Piemonte, Andrea Ballaré: «Autorevolezza politica e competenza hanno caratterizzato l’impegno di Chiamparino alla guida della Conferenza Stato-Regioni: a nome dei Comuni piemontesi gli chiedo di ripensare alle dimissioni», dice il primo cittadino di Novara, che ricorda come «il default della Regione Piemonte non deriva da responsabilità del Governatore e della sua Amministrazione, ma ha radici più lontane».

Ballarè auspica che le notizie secondo cui il governo si appresterebbe ad attuare un intervento urgente per salvare il Piemonte e le altre Regioni in difficoltà siano presto confermate dai fatti.

«In caso contrario – dice – la crisi della Regione Piemonte, potrebbe far mancare fondamentali le risorse alle amministrazioni locali e si riverbererebbe pesantemente su tutti i Comuni piemontesi, in particolare su quelli più grandi, portandoli anche a sforare il Patto di stabilità, pregiudicando un’attività amministrativa che sta contribuendo in modo determinante al rilancio del Piemonte».