Pro 0 vs Juventus Under23 1, magia di Beltrame
Pro vs Juve Under23 e vince la Juve grazie a Stefano Beltrame.
Una magia di Beltrame regala il vantaggio alla Juve intorno alla mezz’ora del primo tempo, dieci minuti prima Romairone si era visto respingere dal palo il tiro indirizzato in porta. 344 paganti, 817 abbonati, incasso 4.780 euro. Arbitra Galipò della sezione di Firenze alla tarde delle 18.30 del Robbiano Piola, coadiuvato dagli assistenti Lattanzi di Milano e Bertelli di Busto Arsizio. Pro Vercelli : Moschin, Franchino, Auriletto, Cristiano Bani, Carosso, Schiavon, Mal, Della Morte, Volpe, Romairone, Cecconi. Allenatore Alberto Gilardino, in panca Saro, Masi, Quagliata, Foglia, Comi, Rosso, Grossi, Russo, Azzi, Iezzi, Merio, Benedetti.
Juventus Under 23: Loria, Coccolo, Muratore, Mota Carvalho, Beltrame, Tourè, Di Pardo, Clemenza, Frabotta, Han, Delli Carri. Allenatore Fabio Pecchia, in panchina Nocchi, Siano, Oliveira Rosa, Zanandrea, Peeters, Lanini, Portanova, Mulè, Zanimacchia, Rafia, Frederiksen.
La Juventus è davvero una corazzata ed ha pure due ex, Stefano Beltrame e Timothy Nocchi. Mister Gilardino fa mio ricambio di giocatori, esordio di Alessandro Romairone e dentro Della Morte, Volpe. Freddo umido, Innamorati freschi e frizzanti. Drappello di tifosi ospiti nel settore loro dedicato. Batte il calcio d’avio la Pro che nel primo tempo attacca da destra a sinistra rispetto alla tribuna. Tribuna discretamente affollata, gradinate come oasi nel deserto dei seggiolini Bianchi. Prime fasi di studio. Juve in blu totale con numeri e riporti bianchi, Pro in tenuta classica. Al 7’ bella conclusione da fuori di Della Morte dopo una percussione di Romairone dalla sinistra, botta respinta da Loria in corner. Il tiro che poteva cambiare il volto della partita. Le due compagini mettono in mostra un buon calcio, e si temono abbastanza, sono assai diligenti nella disposizione in campo degli uomini, molto chiuse nella fase di non possesso con tutti gli uomini dietro la linea della palla. Verso il quarto d’ora la Juve prova a prendere il comando delle operazioni, con qualche piccola sofferenza per la Pro. Al 18’ è invece Romairone tenta un bellissimo tiro a giro da poco dentro l’area intorno al vertice sinistro che si stampa sul palo alla sinistra di Loria, una bel gesto tecnico quello del giovane Leone. Al 28’ magia di Beltrame che riceve da Di Pardo e da 25 metri – leggermente decentrato sulla sinistra – lascia partire un gran destro che s’insacca nel sette e imparabile per Moschin. Stefano Beltrame, un grande talento, qualcuno – tra gli amici che mi leggono – si ricorderà di Lorenzo Granaglia, Lorenzo il Magnifico, la Pro di Lino Nobili, anche lui scuola Juve, più centromediano metodista mi suggerisce Paolo Gallione, il Granaglia. Ammonito al 33’ Schiavon per proteste. Intorno al 35’ la gara si accende di qualche nervosismo. La Pro non gioca male ma non trova molti spazi giocabili. Il primo tempo finisce uno a zero per la Juventus.
Ripresa, Pecchia toglie Beltrame e inserisce Eric Lanini. La Pro spinge alla ricerca del pari. Al 9’ Lanini si produce in una sgroppata sulla fascia sinistra in contropiede, arriva a due passi da Moschin e lascia partire una saetta velenosa che colpisce il palo e decide di non entrare, ma per poco, rientrando in campo per Clemenza che però è in fuorigioco. Mister Gilardino decide per i cambi, al 13’ fuori Romairone, Cecconi e Della Morte, dentro Dentello Azzi, SuperGianMario e Russo. Al 16’ fuori Han per la Juve e dentro Zanimacchia. Al 18’ ammonito Auriletto per gioco falloso. Punizione di Russo dal limite al 23’ , fuori di poco alta sulla traversa. Ammonito anche Tourè al 25’. Fuori Clemenza e dentro Rafia, al 26’ un minuto dopo dentro Rosso e fuori Mal. Rete annullata alla Giuventus alla mezz’ora per un fallo in area dell’autore del goal , Coccolo che saltando sul cross teso di Lanini dalla sinistra aveva trattenuto un difensore Leone. Fuori al 32’ Bani e dentro Iezzi. Ammonito Franchino e Zanimacchia per una lotta sul pallone fermo causa punizione e posizione del pallone. Sei minuti di recupero. Finisce così.
Paolo d’Abramo