Pro, si può fare. Eccome…

Tutta da scrivere la storia della gara di ritorno. Intanto il nuovo sciame sismico ha gettato ulteriore “nebbia” sulla location dell’incontro. Tra emozioni forti e tragedie sullo sfondo, in un clima sempre più surreale…

L’ultima, ennesima, forte scossa di terremoto registrata alle 21.12 di questa sera (domenica) nel modenese ha gettato ulteriore mistero sulla finale di ritorno tra Carpi e Pro Vercelli. Dove si giocherà la partita più importante degli ultimi 65 anni delle Bianche Casacche? Sembrerebbe il quesito più importante, invece si sta trasformando in quello più inutile, considerando il grado di disperazione dei cittadini emiliani. Tutto si sta caricando di sentimenti vacui e parsdossali a confronto della tragedia che Madre Natura sta riservando da quelle parti.

Ma tant’è… Il calcio e la vita sono talmente imprevedibili, che la settimana prima ti fanno sentire Davide che sconfigge il gigante Golia, e poi ti collocano in una posizione di totale privilegio sugli aspetti della vita quotidiana, tanto da offuscare tutto. Anche se ti stai per giocare la partita più importante di tutti i tempi, quella che veramente potrebbe cambiare il corso della tua storia sportiva.

Ma nessuno può farci niente. O, meglio ancora, si può tendere una grossa mano agli amici emiliani, come Vercelli ha voluto a tutti i costi fare. Raccolta di soldi (tanti, che bellezza!), vendita di gadget benefici, raduno di generi di prima necessità a favore della Protezione Civile, impegnata a far rialzare un’intera popolazione. Il tutto verrà consegnato alle istituzioni locali, proprio domenica 10 giugno.

Dove non è ancora dato sapersi: si deciderà quasi sicuramente lunedì 4. Era tornata in auge Reggio Emilia, che aveva preso il posto di Brescia. Chissà.

Intanto le due squadre oggi hanno onorato il loro impegno alla grande: è stato uno 0-0 vibrante quello del Robbiano. La Pro Vercelli ha nuovamente mostrato i contro-attributi, giocando per un’ora in dieci uomini per l’espulsione di Cancellotti. Il Carpi, squadra ben organizzata e dall’alto tasso tecnico, ha sfiorato più volte, nella ripresa, la via del gol. Ma i bianchi non hanno mai mollato la presa, portandosi a casa un pari, diciamocelo, prezioso. Perchè? Presto detto, perchè è una squadra in grado di giocarsela sempre e comunque in trasferta. Perchè è una squadra forte e in salute. E perchè l’aver strappato un altro risultato positivo in condizioni proibitive ha ulteriormente incrementato il grado di consapevolezza nei propri mezzi da parte di tutti i suoi componenti.

Non è cambiato niente. Almeno una partita la si doveva vincere per forza, senza perdere l’altra, essendo partiti dal quinto posto. E la gara di ritorno è lì apposta, tutta da scrivere nella sua storia. Si può fare. Eccome…

 

Stefano Fonsato

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