Sogno e realtà
Sogno e realtà. Un pari a Trieste va bene, a priori sarebbe andato benissimo, a fine partita anche, forse. O meglio, per come si era messa la partita, con un’espulsione negata nel primo tempo per fallo da ultimo uomo su Bunino (sì, certo, andate a vedere che Bunino non si sta accentrando verso la porta ma per me non è così , peccato che gli highlights non facciano rivedere l’azione)🔽
È andata così, la chiudiamo con laico amen e qualche inutile recriminazione, per esempio quella sul gol del pareggio con la grave incertezza difensiva di un paio dei nostri (un esperto ed un altro un po’ meno esperto) che avrebbero dovuto sapere che Bijeleveld è mancino e che con il sinistro avrebbe tirato. Al di là degli episodi la squadra guidata da Paolo Cannavaro ha fatto abbastanza bene, in relazione alla forza della Rosa che il mister ha a disposizione e della condizione di forma di alcuni uomini chiave, in alcuni casi ampiamente imperfetta (tipo Schenetti che gioca spezzoni minimi e – dicono gli osservatori più rigorosi ai quali non appartengo – inutili, e Sbraga che dopo aver esordito per il momento non gioca).
Ora, anzi domenica 13 ottobre alle 15.30, riceveremo la Clodiense, che non è una corazzata ma che ci darà del filo da torcere, come tutte le avversarie, peraltro. Si fa quel che si può con i mezzi che si hanno, obiettivo salvezza perché la Lega Pro è un lusso ma bene hanno fatto alcuni murales nello spazio gestito dall’amico John, a ricordare (e in queste pagine l’Umile già lo aveva scritto e ripetuto in passato), che forse quel che manca e che non costerebbe granché è la dimensione dirigenziale del Sogno, dell’entusiasmo, e che invece nell’immaginazione di molti Innamorati conduce la condizione della Pro a quella (e scusate se la similitudine è per cultori della materia) di Casa Mariottide, serie magistralmente interpretata da Maccio Capatonda ed Herbert Ballerina 🔽
La Pro è una società storica, non facoltosa ma con una sua dignità di rango e la dimensione del Sogno è per i ricchi, non possiamo permetterceli, al momento guardando la classifica se la può permettere il ricco Renate, il ricco Lumezzane (che pure abbiamo battuto), il ricco Alcione e la ricca Giana Erminio, tutte davanti a noi attualmente in classifica, ma- tranquilli – che li sopravanzeremo tutti, verremo fuori alla distanza, ne sono certo, soprattutto perché la distanza in classifica è minima, l’equilibrio è tanto, quel che cambia, ed è ancora d’obbligo il forse, è la dimensione del sogno, dell’entusiasmo passionale che si trasmette con la presenza dalla catena di comando gestionale societaria fino al più giovane degli Innamorati. E c’è da ricordare che talvolta i soldi non bastano, la Triestina è ricca ma sta peggio di noi in classifica, aver compagno al duol scema la pena (non è mia, è di Dante e scrive dell’Inferno, noi siamo al momento in Purgatorio). Ci possiamo però permettere undici Leoni a rotazione in campo, o meglio qualche Leone e qualche Leoncino, nel senso di verde età ed esperienza ma nel cuore sono tutti come Riccardo🔽
https://youtu.be/bb9ivjM36wg?si=i-jA9-LHvVfpNSKp
Accantoniamo quindi per il momento il sogno, l’entusiasmo e rimbocchiamoci le maniche che il cammino è ancora lungo, la salvezza non è vicina e le battaglie sono lì, che ci attendono con la mano tesa. Ci attendono, nel senso che attendono gli Innamorati di Pro, sempre meno perché forse agli assenti piace sognare e piace un po’ meno ascoltare e leggere di lussi che non possiamo permetterci mentre, come ricordavano i murales, solo dieci anni fa con una formazione di veri Leoni ripreparavamo la scalata alla serie B dopo essere scesi ma pronti alla risalita. Questi sono ricordi, sono sogni reverse che compaiono riavvolgendo il nastro del tempo e i ricordi in queste lande non portano entusiasmo ma solo un poco di commozione.
Paolo d’Abramo