Ex Magliola: Terranova (Cgil) replica a Bava (Ifi) e minaccia querele
Il segretario Fiom Cgil: «I protagonisti di questa vicenda sono Vincenzo Bava, il giudice che ha decretato il fallimento e l'esecutore dello stesso. Cessino gli attacchi al sindacato»
E’ dei giorni scorsi un comunicato stampa di Vincenzo Bava, dirigente di Ifi Lux (la società che ha rilevato la ex Magliola di Santhià) che, in attesa dei risultati del ricorso presentato contro l’istanza di fallimento della storica azienda ferroviaria santhiatese, tornava a scagliarsi contro la sentenza di fallimento stessa e contro i sindacati (in modo particolare la Fiom Cgil) rei, a suo dire, di aver favorito l’esito negativo del rilancio dell’attività produttiva.
Arriva ora la secca replica della Fiom Vercelli per bocca del suo segretario Ivan Terranova: «Apprendiamo dai giornali le dichiarazioni rilasciate dall’azionista della IFI LUX di Lussemburgo, signor Vincenzo Pompeo Bava, sulla FIOM CGIL Vercelli Valsesia e più precisamente sull’operato del sottoscritto, in qualità di funzionario sindacale – scirve Terranova – Ritengo pertanto opportuno chiarire – personalmente e come Categoria – alcuni aspetti che il signor Bava omette sulla vertenza.
Punto primo: il ricorso presentato dall’Azienda. A quanto ci risulta, l’Azienda contesta il Tribunale di competenza, sostenendo che sia quello di Roma il foro competente. Tuttavia, come si può verificare anche da alcuni filmati pubblici e disponibili sul web, i lavoratori hanno effettuato un sopralluogo all’indirizzo riportato sulla visura camerale aziendale e non risulta alcuna attività presente: neppure un campanello cui suonare.
Punto secondo: l’istanza di fallimento. Ricordiamo che la FIOM CGIL Vercelli Valsesia non ha depositato l’istanza di fallimento per 70 lavoratori, ma bensì lo ha presentato un avvocato di Vercelli – dietro legittima richiesta dei lavoratori – intraprendendo un percorso legale per legge. Anche perché ogni datore di lavoro ha l’obbligo di pagare i propri dipendenti.
Punto terzo: l’accordo sottoscritto dalla FIOM CGIL Vercelli Valsesia. L’accordo firmato includeva il riavvio delle attività in Azienda che, purtroppo, si sono fermate con la conversione della domanda di concordato in fallimento, a causa di una leggerezza dell’Amministrazione. Dopo la sentenza di fallimento del Tribunale, i curatori hanno fatto uscire i lavoratori dallo stabilimento, comunicando nei giorni successivi una procedura di licenziamento collettivo, come previsto dalle normative. Da qui in poi, la nostra Organizzazione ha solo cercato di fornire un aiuto agli ormai EX dipendenti della IFI che, ancora una volta, hanno lavorato per tutto il mese di luglio senza percepire un euro.
Punto quarto: l’operato dell’Amministrazione della IFI. Il signor Bava è subentrato nel settembre 2018 al dott. Ivano Lavina acquisendo un’azienda in una situazione indubbiamente complicata: l’unica commessa visibile e in essere arrivava fino a marzo 2019. Succederà poi che, nei mesi successivi, la Iniziative Ferroviarie Italiane cambieranno Amministratore delegato più di una volta. Ci risulta che le stesse sorti della IFI di Santhià siano toccate all’Azienda Sices Spa della quale sempre il sig. Bava faceva parte.
Fatte tutte queste doverose precisazioni e ricostruzioni, ci chiediamo perché il signor Vincenzo Pompeo Bava sia così accanito nei confronti della FIOM CGIL Vercelli Valsesia e del sottoscritto, in quanto i protagonisti di questa vicenda sono Lui stesso, i Giudici e l’avvocato che ha presentato l’istanza di fallimento: ciò che sta capitando dentro i muri della IFI di Santhià, non di proprietà aziendali, sono operazioni gestite dai curatori e non dalla FIOM CGIL Vercelli Valsesia. È quindi a loro che il signor Bava deve rivolgersi.
Sorge, però, a questo punto, anche una domanda: perché l’accanimento è rivolto soltanto alla FIOM CGIL, quando ogni accordo e documento è stato firmato da tutte e tre le Organizzazioni sindacali, quindi anche FIM CISL e UILM UIL? E perché si contesta in modo particolare l’operato di Ivan Terranova? Se le intenzioni del sig. Vincenzo Pompeo Bava sono diffamatorie verso il sottoscritto e l’Organizzazione che rappresento, non tarderemo a rispondere nei prossimi giorni con azioni legali personali e da parte della CGIL».